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lunedì, dicembre 23, 2013

Italians

Non mi ricordo esattamente l'anno ma era sicuramente attorno al 1985, la seconda e ultima volta in cui andai in Gran Bretagna.
Purtroppo quella vacanza finì in Galles durante il viaggio verso la Scozia, che già avevo visitato la prima volta che andai in quell'isola. Facemmo un frontale con un furgoncino delle poste, rosso, con il simbolo della corona, le insegne scritte in inglese ed in gaelico e tornammo in treno.
La notte prima di quell'incidente dormimmo in un bed and breakfast, una casa privata che ospita i viaggiatori, nel sud dell'Inghilterra.
Eravamo in 6 divisi in 2 autovetture e fummo costretti a dividerci in 2 case diverse. 4 in una casa e io ed un mio amico ne trovammo, dopo un po' di tentativi andati a vuoto, un'altra.
Non mi ricordo la camera da letto né la cucina in cui facemmo colazione, ma tutte le case che, questa volta e la volta prima, visitammo erano ben al di sopra degli standard della decenza mantenedo, cosa che un albergo non dà, lo stile famigliare inglese, mancanza di bidet compresa.
Mi ricordo molto bene l'entrata, abbastanza scura con un arredamento pesante, un tappeto rosso e la scala di pietra scura che porta al piano superiore.
Fu in quell'entrata che regolammo il conto da pagare con quella che credo fosse la figlia dei padroni di casa, una ragazza più o meno nostra coetanea.
Ci ricordò quale era la cifra concordata quando arrivammo e il mio amico estrasse dal portafoglio una banconota di un taglio piuttosto grosso, lei fece un rapido calcolo e diede il resto al mio amico e chiese, ma più che una domanda era una conclusione:
"Right?"
Il mio amico rispose immediatamente:
"No".
La ragazza mutò la sua espressione da neutrale in infastidita ma non fece tempo ad aprire bocca perchè il mio amico, prendendola dal resto che le aveva appena dato, le rimise in mano una banconota da 10 sterline. La ragazza fu un po' sorpresa dal gesto ma lui, ad alta voce rifece il conto e le dimostrò che si era sbagliata. Ci aveva dato 10 sterline di troppo e lui le aveva restituite.
Finito il conto il mio amico disse sorridendo:
"Now is right".
Anche la ragazza sorrise.
Salutammo e andammo verso il nostro destino.

* No Italians please *

* Male Italians have no money
* They live with 40yo in the house of their mum
* Most of them are gay, but they do not know.
* They have anal sex with their little sister
* They think that their mum is a saint.

Copioincollo da profilo di avatar sconosciuto incrociato in second life e mi metto a ridere.
Gli idioti non hanno nazionalità.

domenica, dicembre 15, 2013

Inizio con vacche al pascolo e finisco con un tramonto

Foto di oggi.

Prima di iniziare vorrei ricordare che per fare le foto alla vacche al pascolo è NECESSARIO che ci siamo le vacche e anche il pascolo.
Lo so, molta parte dell'economia è solo una serie di banalità, purtroppo oggi dimenticate.

Le foto vah!

 Vacche al pascolo fra le province di Milano e Lodi. L'informazione geografica qui contenuta perderà il suo senso in virtù della prossima e ineluttabile abolizione delle province. Rimarrà l'immagine di un qualsiasi posto del mondo catturata da un ciclofotografo di passaggio.


 Diagonale di palme in una piazza rettangolare di un paesino del lodigiano. La pena di morte per il progettista che ha immaginato questa diagonale cairota e per l'amministratore che l'ha approvata mi sembra eccessiva. Aspettiamo che le palme muoiano di morte naturale, probabilmente di raffreddore da fieno.


L'Adda a Comazzo.


 Ancora l'Adda Comazzo.


 Anche se siamo ancora in autunno, paesaggio invernale della campagna del nord-lodigiano, ma qualche anno fa era provincia di Milano. Insomma... tanto le province non ci saranno più!


 Corneliano Bertario ripreso dal fondo del fu lago Gerundo. Almeno 5 metri sotto l'abitato, praticamente un abisso.


 Il castello di Corneliano Bertario.


 Paesaggio invernale, anche se siamo ancora in autunno, al tramonto. Della provincia non dico nulla.


 La foschia tipica del periodo, sempre da quelle parti e qualche minuto dopo, quando il sole si avvicina all'orizzonte.


 Tramonto sulla cava di Bisentrate. Se avessi scritto sul lago di Carezza avrebbe fatto più figo ma avrei detto una bugia.


Il tramonto sulla campagna di Gorgonzola con piccola scia chimica lassù nel cielo rosa. Solo una, ma si sa, anche le scie chimiche la domenica sotto natale vanno nei centri commerciali per sostenere la crescita. Giro in bici quasi finito e ritorno al calduccio ché siamo vicini allo 0 e senza il sole si sente il freddo, anche se mi piace.

E domani il sole sorgerà ancora...

mercoledì, novembre 27, 2013

Non è successo niente

Non piove, né qui né a Roma, ma mi è venuta in mente "ciao ciao bambina".
[Dedicato al Sen. Bondi Sandro]


domenica, novembre 24, 2013

Perchè mi cancello in pochi secondi da certi siti web. Un esempio.

In uno dei 2 siti a tema sadomaso che frequentavo questa notte è successo questo.
Fra le varie oppurtunità che offre, questo sito, c'è quella di scrivere brevi testi, qualche carattere in più di un SMS, e inserire foto o video. Viene usato per condividere battute, stati d'animo, anche solo per scrivere ciao. Tutto quello che si scrive in quel sito per adulti è visibile solo previa registrazione: basta una email, ma è comunque un passo in più rispetto alla semplice autocertificazione di essere maggiorenne fatta premendo un tasto sul video. Come protezione della privacy non lo trovo male.
Ieri notte prima di coricarmi,  spinto dalla lettura di un po' di questi brevi scritti, e dalla visione delle immagini ad essi associati, per la maggior parte filmati presi da youtube tra cui anche qualcuno di musica operistica, scritti poco prima da insonni come me, volutamente e stronzamente ho scritto il seguente testo accompagnato dal video che inserisco anche qui. Non sono le parole esatte, vado a memoria.

ninna nanna horror

Ascoltate bene il testo. 
Le cosce di pollo si mangiano. 
E' la mamma che ha ucciso il bambino e, adesso che è nella bara tra i fiori e ricoperto di tulle, lo vuole mangiare.
Stanotte incubi! :( 







Entro 45 secondi da quando l'ho inserito in quel sito mi appare un commento e mi arriva sia un messaggio privato che una email che copioincollo qui sotto nascondendo il nome di quel sito:

XXXXXX non consente affermazioni, frasi o allusioni che in qualunque modo, anche figurato, incitino alla violenza, perché non le condivide e non intende assumersene la responsabilità.
Lo Staff di XXXXXX.org


Notare che "incitino alla violenza" in neretto non l'ho messo io, mi è arrivato proprio così. 
Poi...puff...quello che ho scritto sparisce dal video, dal sito, dal mondo.
Al che rispondo, dopo aver spalancato gli occhi e aperto la bocca per la sorpresa:

vabbè...ciao.
a certi livelli di ridicolo non riesce ad arrivarci nemmeno facebook.


Invio il messaggio e, senza pensarci 2 volte mi cancello dal sito.
Essere moderato da bimbimikia è un motivo sufficiente per andarsene, anche senza salutare.
Non discuto la stronzaggine di quello che ho scritto, in un sito per adulti comunque, ma se avessi messo la favola di Pollicino mi accusavano di "incitamento all'abbandono infantile"?

Il tutto alle 2 di notte.

sabato, novembre 23, 2013

Sulla crescita del PIL dello stato italiano.



Ci stan talmente scoglionando, politici, imprenditori, comici, clienti, puttane, economisti, presidenti e tutti i parenti, che la crescita dell'Italia sarà provocata dall'esportazione di castrati veri.

venerdì, novembre 22, 2013

Webwebwebwebweb!!!

Lo scrivo qui e solo qui.

L'idea del testo che precede questo scritto mi è venuta leggendo un po' di cose sul sito grigio a tema bdsm e altro, in effetti si definisce come sito kinky.
Leggere decine di nick con nomi giapponesi, discussioni su pratiche fisiche ed emozionali che non si raccontano alla mamma, visioni di fotografie, alcune bellissime altre che, citando dei commenti non miei là scritti, superano la frontiera del sadomaso per entrare in quella della psichiatria, la frequente citazione del titolo di un noto e recente libro che dovrebbe parlare di bdsm mi hanno fatto balenare in testa la stupidissima domanda: "ma che cosa succederebbe se mettessi insieme 101 storie zen (che ho letto) con 50 sfumature di grigio (che non ho letto)?"
Ho cominciato a scriverlo alcune settimane fa e, con frequenti e lunghe interruzioni, l'ho terminato ieri notte.
Nel frattempo mi ero cancellato dal sito grigio internazionale, reiscritto con altro nick ( le ragioni di questo comportamento non sono complesse, fondamentalmente mi andava di fare così perchè mi ero stufato di essere ignorato dai più, cancellandomi si cancella tutto quello che avevo scritto in un colpo solo) e ho ricontattato, col nick nuovo, le pochissime persone con cui ho avuto scambi interessanti e divertenti.
Una di queste persone mi ha chiesto se non ero iscritto ad altri siti, italiani questi, che trattano questo tema. Li conoscevo di nome ma, siccome per esser accessibili richiedono una registrazione, non li ho mai frequentati. Il fatto che me l'ha chiesto mi ha dato la spinta necessaria per iscrivermi a uno di questi.
In questo sito c'è un'area, si chiama Taccuini, in cui si scrive un po' di tutto, anche racconti non necessariamente sadomaso, erotici, sex drug & rock'n'roll: si potrebbe anche scrivere solo la lista della spesa (e francamente sarebbe più interessante dei vari "schiavetta mia, slave adorata, ti bacio in fronte e sculaccio il popò, se ti fa male anche le chiappe poi di baci le ricoprirò...", BLEAH!!!)
Per questa ragione dopo pranzo ho inserito anche in quel sito il testo, che mi pare evidente essere umoristico.
Sui Taccuini sono ammessi i commenti. Tutto potevo immaginarmi, se ci si  presenta in pubblico le critiche, positive come negative, fanno parte del gioco a cui hai scelto di partecipare presentando quello che hai scritto. Ma che altri, non io, che me ne sto zitto a leggere quello che scrivono, si mettessero a litigare su un testo del genere non me lo sarei mai aspettato. :-)
C'è uno, ed è una bella carezza al mio ego artistico, che commenta come se avessi scritto un "pezzo da letteratura", per di più motivando. Ha capito alcune trovate e scrive che "la difficoltà formale di questo scritto è altissima". Lo ringrazio, non so quanto sia difficile ma quello che ho scritto era voluto da me, a lui è arrivato.
Un'altra invece mi ha marchiato come bestemmiatore dello zen e arriva a far notare ad un altro utente che le 3 righe finali non sono un haiku, perchè lei è 25 anni che legge zen. Stikazzi!
In effetti non è un haiku, è la caricatura di un haiku.
E i due sono andati avanti per ore a litigare: "E non puoi criticarlo così" "E critico chi mi pare" "E se non ti piace non ti piace ma devi riconoscere l'abilità" "E' solo una canzonatura di scritti zen mal riuscita" ecc.ecc.
Grazie a te, anche se ti sei fermata alla parola zen nel titolo.
Mi è addirittura arrivato un messaggio privato di un altro tizio che mi invitava a non prendermela e a "puntare in alto".
E chi se la prende!
Non rispondo in pubblico, solo ai messaggi privati per cortesia, ma mi sono divertito sooooooooo much!!!
Che posto da matti il web, oggi per me è stato un posto da matti simpatici.

:-)

Un po' di sfumature di un certo numero di storie zen.





Il samurai avanzava lento completamente bagnato dalla pioggia che ininterrottamente cadeva su quella terra intrisa del sangue dei suoi onorevoli colleghi che come lui avevano difeso l'onore e la vita dello shogun nella battaglia appena terminata quando una volpe rossa uscì dal bosco e giunta davanti a lui così gli parlò:
"Nella vita di un samurai non esistono virgole ma solo punti. Una virgola è la spada riposta nel fodero invece che orgogliosamente svettante sopra la testa del guerriero pronta a colpire . Una virgola è la verga virile che pende moscia dal pube del guerriero invece che orgogliosamente svettante pronta a penetrare.
La vita del guerriero è segnata solo da punti. Lo sprezzo del pericolo. La fedeltà. L'onore.”
Sorpreso dalla volpe parlante al samurai ci volle qualche istante prima di riuscire a proferire parola.
Con un'espressione del volto reverente e voce ferma replicò a quel magico animale:
“Onorevole volpe rossa che hai incrociato il mio cammino in questa giornata sanguinosa portandomi le sagge parole dei kami per ricordarmi i doveri del guerriero, io ti ringrazio.”
La volpe ringhiò mostrando i denti al samurai e con voce roca così l'apostrofò:
“Hai usato una virgola. Il tuo onore è macchiato.”
L'uomo lanciò un urlo disperato, estrasse la spada dal fodero, la conficcò nel terreno e si liberò dell'armatura e di tutte le stoffe che indossava, restando completamente nudo. Riprese la spada e con questa si tagliò tutti i suoi attributi virili lasciandoli cadere a terra. Poi lanciò la spada lontano da lui.
La volpe andò a prendere la spada. Tenendo questa in bocca tornò nel bosco da dove era venuta, mentre colui che fu un valoroso samurai s'incamminò fino a scomparire nella nebbia.
Fu vista, molti anni dopo, nella scuola per geisha di Edo.
Aveva servito come cortigiana diversi signori e, quando l'età l'aveva obbligata a cessare con l'intrattenimento di questi nobili padroni, diventò insegnante in quell'istituto di formazione fino a ricoprire il ruolo di direttrice.
Doveva tenere il discorso alle neodiplomate, le sue prime parole furono:
“Se non troverete il vostro destino sarà il vostro destino a travarvi...scusate...volevo dire trovarvi”.
A quel tempo Freud non era ancora nato e, nonostante il lapsus, l'anziana geisha aveva un'espressione del volto felice.
La volpe rossa, grazie al commercio di spade usate, diventò il più ricco mercante d'armi di tutto il Giappone.



***
[Il foglio su cui fu scritta questa storia, un foglio di carta di riso scritto con caratteri in bella calligrafia, è stato usato dal maestro durante una sessione di fireplay per depilare il pube di una delle sue serve. Questa storia è definitivamente perduta.]
***

L'aspirante allievo si prostrò ai piedi del famoso sensei e lo implorò:
“Grande maestro, la tua fama è giunta fino al lontano villaggio sulle montagne da cui provengo. Sono qui, inginocchiato ai tuoi piedi, per pregarti di essere la mia guida. Io ti supplico, magnifico sensei, di prendermi come tuo allievo e...”
Il grande maestro con un imperioso cenno della mano zittì il giovane e si alzò in piedi. Sciolse l'obi e aprì, con un movimento tanto elegante quanto deciso, il modesto yukata che lo vestiva. Mostrò così il pube allo sguardo attonito del giovane questuante.
Sorpreso dal comportamento del maestro il giovane rimase immobile e a bocca aperta a fissare la verga del sant'uomo, a poche spanne dalla sua faccia. Vide così questa ergersi, gonfiarsi fino a diventare turgida e con il glande colorato d'un rosso simile a quello della brace.
Dopo un po' il maestro ruppe il silenzio, emise il kiai, un kiai forte, gutturale e profondo e, mentre gridava, dei potenti schizzi di sperma colpirono la faccia ed entrarono nella bocca dell'aspirante discepolo. Un po' per il timore e un po' per la sorpresa il giovane deglutì.
Il maestro allora parlò:
“Quando avrai compreso qual è l'orgasmo di una sega senza mani torna, sarai pronto per ricevere i miei insegnamenti. Ora vattene!”
Il giovane, sempre inginocchiato, indietreggiò di qualche passo, poi si alzò e corse via, piangendo disperato.
Con la faccia rigata dalle lacrime mischiate al seme del vecchio maestro fu visto arrampicarsi sul monte Fuji mentre ripeteva ossessivamente, come fosse un mantra, queste parole:
“Chi fa da sè fa per tre, se lo fa senza mani è più potente di un re”.
Non ebbe più il coraggio di tornare dal grande sensei e visse la vita che gli restava con l'amaro in bocca per non essere riuscito a trovare la risposta alla sua domanda.
Una vita amara, come solo può essere quella di un allievo senza guida.
Amara come lo sperma del grande e irraggiungibile maestro.


***

Il contadino frusta la sua compagna con steli di riso maturo,
le rane cantano sul bordo dello stagno.
Una lucertola blu.





mercoledì, novembre 20, 2013

Riparare

 Tra le cose di cui non avevo mai sentito parlare e che ho scoperto che esistono durante il mio sempre più raro girovagare nel web c'è questa:





Il kintsugi (金継ぎ), o kintsukuroi (金繕い), letteralmente "riparare con l'oro", è una pratica giapponese che consiste nell'utilizzo di oro o argento liquido o lacca con polvere d'oro per la riparazione di oggetti in ceramica (in genere vasellame), usando il prezioso metallo per saldare assieme i frammenti. La tecnica permette di ottenere degli oggetti preziosi sia dal punto di vista economico (per via della presenza di metalli preziosi) sia da quello artistico: ogni ceramica riparata presenta un diverso intreccio di linee dorate unico ed ovviamente irripetibile per via della casualità con cui la ceramica può frantumarsi. La pratica nasce dall'idea che dall'imperfezione e da una ferita possa nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica e interiore.
 (da wikipedia).

La prima cosa che mi è saltata in mente, quando ho scoperto questa pratica, è stato un discorso che ho ascoltato in second life, ormai qualche anno fa, in cui qualcuno sosteneva che quando si rompe una tazzina va buttata via e non incollata, perchè anche se è stata rimessa assieme è comunque una cosa rotta.
Io sono un riparatore, guardo alla funzione, non all'apparenza. Se una tazzina può funzionare ancora la incollo.
E' anche una questione brutalmente economica: mi è stato insegnato che non si butta via nulla e lo ritengo giusto, senza arrivare all'eccesso patologico di tenere tutto l'inutilizzabile, ché quello che non serve oggi potrebbe servire domani. Sono, come tutti, limitato dallo spazio a disposizione. Se avessi a disposizione uno spazio illimitato terrei tutto. Una scatola per i piatti rotti, una per le piastrelle scheggiate, un'altra per i pezzi di vetro e così via per ogni genere di oggetto.
Ma quando mi capita di incollare una tazzina, non capita di frequente, sto bene attento a nascondere il più possibile la linea di frattura.

In questa pratica giapponese è diverso, si esalta l'unicità della frattura mettendola in evidenza.

La seconda cosa a cui ho pensato è stata una frase che si dice venga dal codice dei samurai, il  bushido - ma per quel che ne so potrebbe venire anche da un qualsiasi filmaccio di arti marziali - che dice che un guerriero si riconosce dalle sue ferite.

Mi piace l'idea che l'unicità di ognuno di noi sia data dalle proprie cicatrici e che sia bello mostrarle, perchè loro, le cicatrici, siamo noi.


lunedì, novembre 18, 2013

Ferrovia-democrazia

Democrazia diretta, democrazia espressa o democrazia locale, l'importante è che ci sia il vagone ristorante.

Foto, corde e paglia di Vienna

Tanto per capirmi, io guardo fotografie. Stop.
Che certe foto di shibari/kinbaku le trovi meno attraenti di una sedia in paglia di Vienna è un gusto mio. Comunque metto una foto di un intreccio in paglia di Vienna per dare un'idea di ciò di cui sto scrivendo.



Perchè poi si trova quello che, tira tira l'idea, arriva a far i vestiti in corda, come si può vedere dalla foto e dal video. E qui con lo shibari/kinbaku mi sembra evidente che siano 2 cose diverse.
Erotiche???
Il fatto è che a vedere queste creazioni io riesco solo a pensare che con i ferri da maglia e l'uncinetto era più brava mia nonna.



Cabaret Rouge - Totem - Nancy - 29/09/12 from Fred Kyrel on Vimeo.

domenica, novembre 17, 2013

Monitor

Monitor, monitor delle mie brame, chi è l'internauta più figo di tutta la rete?

sabato, novembre 09, 2013

Una foto e alcune considerazioni sparse - "Falling Angel in S.Marco square".



Io sono uno di quelli che quando guarda un quadro, nel momento stesso in cui pensa che dovrebbe fare un passo indietro per poter apprezzare l'insieme dell'opera, sta facendo un passo avanti per vedere meglio com'è stato costruito un particolare, com'è stata data una pennellata o, addirittura, com'è stato dato il fondo sulla tela, senza avere una particolare conoscenza tecnica per poter giudicare, né tantomeno criticare, l'operato dell'artista.
Anche quando guardo un panorama finisce che mi soffermo su un particolare invece che perdermi nella contemplazione estatica dello spazio. Ma elaborando quel particolare, qualche volta, riesco ad osservare un  panorama diverso.

Lo shibari, o il kinbaku, è una tecnica, un'arte, una pratica, non saprei bene come definirla senza seguire un cliché o una definizione precotta di cui preferisco fare a meno. Per far questo non è difficile fare qualche ricerca in internet e si trova tutto il necessario.
E', in soldoni, l'arte del legare, l'evoluzione di una tecnica militare giapponese. Chiamarla arte marziale, da ex karateka (sono arrivato solo alla cintura blu, mi sono fatto male alla caviglia pochi giorni prima dell'esame per la marrone praticando uno sport stupido, pericoloso e violento, il calcio, e ho smesso) lo trovo eccessivo.
E' molto conosciuta tra gli appassionati del bondage, che per l'appunto si occupano di immobilizzare senza per questo limitarsi alle corde, e dunque trova la sua attuale e più ampia collocazione nelle varie comunità bdsm.
Un passo avanti nella scala di difficoltà d'esecuzione dello shibari è la sospensione. Il soggetto che subisce la legatura viene appeso, con il criterio di non procurargli danni di nessun genere, nonostante non si possa annullare il rischio che questo accada.

Io non sono un appassionato dello shibari, per di più non l'ho mai visto eseguire dal vero, dunque mi fermo con le spiegazioni sperando di aver dato un'idea corretta, seppur grossolana, di cosa significhi questa parola e passo a considerazioni che sono del tutto personali.

Nei siti bdsm che frequento, uno grigio in particolare, è facile trovare centinaia di fotografie di modelle, o semplicemente ragazze, legate in una maniera più o meno armoniosa.
Alcune foto le trovo molto belle, altre solo di maniera, un'esibizione di bravura in cui non si vede nient'altro che la tecnica, sia del legare che del fotografare, altre ancora tanto brutte, seppure con legature complicatissime, da rendere più attraente e anche erotica una sedia in paglia di Vienna.

Poi capita d'imbattersi nella foto che ti colpisce al primo sguardo.
E la guardi e la riguardi perchè non capisci come mai ti piaccia tanto.
E' questa foto qui sotto.



E' stata scattata da un fotografo professionista, il padovano Alberto Lisi, in arte Hikari Kesho. La mania degli adepti di shibari di darsi nomi giapponesi la trovo stucchevole, ma tant'è. E' un gruppo chiuso all'interno di un gruppo blindato, com'è quello di chi pratica bdsm, e hanno sviluppato un loro gergo infarcito di termini giapponesi.
Qualcuno, come questo fotografo, ogni tanto esce dall'ombra. Non avrebbe motivo di non farlo, tutto si può dire di questo genere di foto tranne che siano perverse o offensive di non so quale moralità, ma il mondo è pieno di gente strana e non si può mai sapere. Il bacchettone difensore di non saprei quale ordine costituito si nasconde sempre dietro un angolo pronto a punire la bellezza che non sa, o non può, cogliere.
La modella, si riesce a sapere solo il nome d'arte, si chiama Kristel. Il fatto che non sia un nome giapponese la rende anche simpatica oltre che bella.
La foto mi è piaciuta dal primo momento che l'ho vista, poi la mia mente analitica si è messa in moto:
"Piazza San Marco con una modella nuda... ci deve essere tanto, ma tanto di photoshop che magari ingrandendola ci si rende conto che è un fotomontaggio. Un bel fotomontaggio ma pur sempre un fotomontaggio come se ne trovano tanti in rete."
Sul sito dell'artista c'è il filmato che inserisco qui sotto, me ne sono accorto da pochi giorni della sua esistenza, che fuga il mio dubbio.
E' uno scatto singolo e non due abilmente sovrapposti.

"Falling Angel in S.Marco square" from Hikari Kesho on Vimeo.

Si potrebbe pensare che ogni foto con una bella ragazza in uno dei più bei scenari del mondo, anche se non tecnicamente perfetta, magari pure un po' mossa e con le luci messe a caso, sia una bella foto.
In parte credo che sia vero, ma qui c'è di più.

Il campo visivo tanto ampio da riuscire a far apprezzare sia lo sfondo che il soggetto, senza privilegiare né l'uno né l'altro e rinunciando all'ossessione di far vedere quanto sono stati fatti bene i nodi e simmetricamente tirate le corde.
La cura nei colori. Corda, capelli, labbra e anche le unghie sono dello stesso rosso.
La bravura della modella (c'è tanto di suo nella posa) nel tenere una posizione plastica e nello stesso tempo lasciarsi andare alla gravità.
Una preparazione da studio per uno scatto all'aperto in condizioni tutt'altro che ideali.
Mettiamoci anche il piacere di sapere che è "una foto rubata". Scattata senza permessi e a rischio di denuncia. Il sapere questo, oltre alla sorpesa estetica che ho provato il primo momento, mi fa anche pensare che questa foto racconti una storia.

Un'ultima cosa per spiegare a me stesso perchè quest'opera mi piace tanto. Potrebbe sembrare una battutaccia ma, se letta nella dovuta maniera, è un gran complimento.
Questa foto riesce a far diventare eccezionale il più banale degli stereotipi del fotografo della domenica, l'archetipo del presupposto artistico del turista fotografo compulsivo: la foto del lampione.

Sicuro che ognuno continuerà a vedere quello che riesce e vuole vedere, stufo di chi mi vuole convincere che il sorriso della Gioconda sia misterioso, quando io lo trovo solo inespressivo, così ho scritto.


I link ai siti dell'artista:
http://www.albertolisi.com/about.php
http://www.hikarikesho.com/

giovedì, novembre 07, 2013

Da farsi mandare in galera!!!

C'era una volta in America è uno dei film che preferisco. Forse, considerando storia, fotografia, musica e ogni particolarità che possa venire in mente è il film che preferisco. Ogni volta che lo trasmettono ne guardo almeno qualche pezzo e ogni tanto me lo rivedo tutto. Se dovessi diventare ricchissimo (non succederà) affitterei la miglior sala cimematografica per poterlo vedere al cinema nella migliori condizioni possibili.
E poi, se l'uscita fosse come quella che capita a Noodles/De Niro, mi farei veramente mettere in prigione!


martedì, novembre 05, 2013

Giornata di pulizia web

Nel web le pulizie, mi capita di farle molto di rado, sono molto rapide nel mio caso. Mi disiscrivo dal sito e morta lì, con alcune eccezioni.

Le ragioni di queste pulizie sono varie, provo ad elencarle:

1)  Mi sono rotto le palle e vorrei evitare di rompermele ancora.
2)  Mi ero scelto un nickname anonimo, ma tanto anonimo, che non mi   riconoscevo nemmeno io.
3)  Manifesta inutilità del sito, meglio cancellare comunque piuttosto che lasciare anche solo una infinitesima parte di me alla deriva nel web.
4)  Mi gira di fare così.
5)  Varie ragioni personali.
6)  Varie ed eventuali.

Nel caso del sito porno per esempio la ragione - la copioncollo da là prima di cancellarmi definitivamente - è la seguente:

Profili appartenenti a persone o coppie di vari generi che si dichiarano italiani collegati alle ore 16:00 di martedì 3 settembre 2013:
Uomini...............661
Donne..................30
Lesbiche................0
Gay........................5
Trans...................13
Coppie.................36
Coppie lesbiche.....0
Coppie gay............0
Coppie trans.........0

Se poi si considera il fatto che ci sono mica pochi fake di maschi che si presentano come donne credo che possiate ben capire come mai un maschio eterosessuale si trovi facilmente annoiato.
Mettiamoci anche quelle che spariscono da un giorno all'altro e la noia sale ancor di più.
Aggiungo poi la nota personale che tra le donne collegate in questo momento ci sono un/una bimbominkia già sgamato e una signora insensata e piena di sè, purtroppo una delle poche con cui ho avuto scambi di messaggi, e credo che possiate capire come mai il qui scrivente maschio eterosessuale sia estremamente annoiato.

Ringrazio le pochissime e i pochissimi con cui ho avuto degli scambi corretti e anche divertenti, chiudo la pagina di XXX e torno al lavoro: è incomparabilmente più divertente!

:-)



Come potete constatare dai numeri la mia è una ragione anche quantitativamente giustificata. A scanso d'equivoci la signora insensata e piena di sé l'avevo giudicata in questo modo solo per il suo comportamento "altalenante" con me durante qualche chat e non perchè non me la volesse dare. Neanche c'era gioco con lei del resto.

Per un altro paio di siti a tema credo invece che ritornerò, giusto per esserci, con un nick più umano. Non so se utilizzare quello di second life, mi ci sono un po' affezionato col tempo a quel nome, o un altro. Vedrò...

Non è tutto andato male.
Il sito a tema grigio (lo chiamo così perchè ha uno sfondo di qualche tonalità di grigio, meno di 50, che in questo periodo di congiuntivite era un riposa-vista mica da ridere)  nonostante una chiusura ai nuovi comprensibile ma antipaticissima, per cui non vieni cagato nemmeno nel cazzeggio, mi ha fatto trovare qualcosa di bello.
A una di queste cose dedicherò il prossimo scritto, con l'altra terminerò questo.

Il sito a tema grigio ho cercato di frequentarlo attivamente solo per la parte italiana. Per quella francese e inglese solo leggendo (in inglese quasi leggendo, lo conosco veramente poco).
Ha una struttura tipo quella di facebook, cosa che costringe a cercare "amici" perchè abbia qualche senso l'iscrizione.
Non è completamente gratuito e la parte visibile agli utenti non paganti non è eccessivamente limitata. Non si possono guardare i video ma non è lo scopo principale del sito quello dei video.
La parte italiana è, come ho già detto, estremamente chiusa. Un po' perchè alcuni, da quel che ho capito, si conoscono di persona o perchè nel corso degli anni si sono formate delle cerchie di amici. 
Mi rendo conto di essere l'ultimo arrivato ma questa chiusura arriva a coinvolgere una caratteristica di questo sito che facebook non ha. I gruppi.
Anche nei gruppi, se non appartieni a qualche cerchia, arrivi a pensare di essere quasi invisibile.
Anche se t'invitano a presentarti, ed io l'ho fatto in diversi, nessuno risponde. Peggio di second life dove almeno si condivide il tempo in cui si è collegati e quando incontri un altro avatar, non vieni cagato lo stesso, ma almeno ci si saluta.
I gruppi inglesi e francesi, anglofoni e francofoni è meglio, sono più espansivi. 
Arriverei a dire più "mediterranei". Strano...
Nei gruppi italiani c'è sempre aria di competizione.
Anche in discussioni di evidente cazzeggio c'è una lotta a chi fa la citazione colta "più lunga", ad andare fuori tema e ad aggredire il supposto avversario.
Nei gruppi stranieri questo accade in misura minore.
E' sufficiente leggere per pochi giorni nei momenti i cui non c'è niente di meglio da fare, per accorgersi dell'evidenza di questo.
Bruttissimo.
Ehm...mettiamoci anche che anch'io con una persona non mi sono comportato proprio correttamente.
Ho una pazienza quasi nulla nel web con chi conosco poco e se sento, non dico che ci sia qualcosa, mi basta che la senta, qualcosa che appena appena non mi piace, una piccola delusione, io parto subito col tasto IGNORA o BLOCCA.
In rari casi, e questo è uno di quelli, poi mi rendo conto che non c'era motivo.

Dicevo delle cose belle.
Durante una ricerca di qualcosa che avesse a che fare sia con Bach che con le Hawaii (per quello che stavo scrivendo in quel sito la ricerca aveva senso) ho trovato questa virtuosa dell'ukulele.
Si chiama Taimane Gardner.
Per me è una perla che merita di essere ascoltata tanto quanto guardata, per questo inserisco il video come conclusione di questo mio sconclusionato scritto e mi metto a pensare ad un nickname che NON inizi per master e NON finisca per dom.

lunedì, ottobre 28, 2013

La vita spiegata ai composti inorganici (in pseudo-romanesco)

"E' tutto un magna-magna".
"Ma allora chissà quanto se caga"!
"Ce se magna pure quella".

giovedì, ottobre 24, 2013

La dialettica ai tempi di internet

Da una tesi, che potrebbe essere "2+2=4" oppure "il cielo è azzurro" o anche "la meccanica quantistica mal si presta a risolvere i problemi del debito pubblico del Botswana" nasce un'antitesi che potrebbe essere "i gatti non sanno contare" oppure "il cielo è una canzone di Renato Zero" o anche "preferisco parlare di economia quantistica solo se sono vestito in rosa" da cui si procede verso un unificante, generale e corale, immenso VAFFANCULO!!!

Dio stramaledica la tastiera!

martedì, ottobre 22, 2013

Primo brumaio

Tra le cose belle della rete c'è il doodle (oltre alle sigle odio anche sti cazzo di nomi) di google di oggi che ci ricorda che è l'anniversario del primo lancio col paracadute e che il 22 di ottobre corrisponde al primo di brumaio.

lunedì, ottobre 21, 2013

Boh...

Capisco il sadomasochismo, capisco il bondage ma capisco meno i virtuosi dello shibari intrisi di paroloni giapponesi che dubito capiscano quello che scrivono, capisco il sangue quando non mette in pericolo la salute generale della persona, non capisco i cuckhold ma non mi sforzo nemmeno di capirli mentre capisco le sweet e i bull, arrivo a capire il pissing ma non parlatemi nemmeno dello scat, ma mi basta tenermi lontano e che si rotolino pure nel loro fango.
Quando però vedo gente, per lo più sono ragazze, che si monta a vicenda con la loro anoressia smetto di capire e mi viene anche un po' di paura.
E per me è solo web.

Volevo scrivere altro è venuto fuori questo. La lista dei miei boh è lunghissima.

sabato, ottobre 19, 2013

Paradosso temporale

Aspettò così a lungo, seduto sulla riva del fiume, che vide passare il cadavere di sé stesso.

venerdì, ottobre 18, 2013

Dell'antipatia dell'occidente per i sottomarini russi

Gira la pubblicità del sottomarino russo che emerge, naturalmente facendo danni, in via dei mercanti a Milano. Siccome me la devo sorbire quasi ogni volta che voglio ascoltare musica su youtube mi è venuto in mente che i sottomarini russi sono odiati dalla filmografia dell'occidente felice e capitalista.

Ci fanno anche dei bei film, caccia a ottobre rosso lo è sicuramente, ma questi sottomarini devono affondare, essere rubati dopo aver fatto danni o, come nel caso della pubblicità che sta girando ora, fare semplicemente danni.

Metto un video della campagna pubblicitaria preso un po' a caso fra i vari che si trovano su youtube:




Poi, girando in rete, ti capita di trovare un video come quello che metterò alla fine di questo scritto, che ti riporta alla realtà e ti ricorda del Kursk e di chi lì dentro trovò la morte.
Una traduzione del testo della canzone in inglese la potrete trovare CLIKKANDO QUI.
La canzone s'intitola Capitan Kalishnikov (la traslitterazione non è esatta  ma segue la prununcia e non capisco perchè ci si ostina a scrivere Lenin quando si dice Lienin). Non ci provo nemmeno a tradurre dall'inglese all'italiano, non sono un sottomarino russo e non voglio far danni.











niente da scrivere



niente da dire. ascolto.

mercoledì, ottobre 16, 2013

Matrimoni

I matrimoni sono una gran rottura di palle!
Quelli degli amici ancora ancora. La probabilità che oltre all'amico impegnato a compiere l'insano gesto ci siano altri amici è abbastanza alta e così ci si ritrova insieme al tavolo degli amici dello sposo, della sposa non mi è mai capitato, e ci si ubriaca sobriamente per far passare il tempo che avrebbe potuto essere meglio impiegato. Un'ubriacatura sobria che ottenebra leggermente la mente ma non stronca importanti funzioni vitali, come l'equilibrio, la pudicizia e la digestione.
Quelli dei parenti sono insopportabili.
A parte quelli a cui ho dovuto assistere da bambino perchè provengo da una famiglia che non può permettersi una tata e così deve, deve, portarsi il pargolo appresso ho presto imparato ad inventarmi le scuse più improbabili per scantonare la tragedia. Non dovevo neanche sforzarmi per inventare delle scuse credibili, lo sapevano tutti che non mi piaceva e dopo qualche mugugno lasciavano perdere la loro misericordiosa opera di inserimento sociale. Uno dei pochi vantaggi che ho avuto dall'essere "particolare", il non avere i coglioni sfranti per un tempo troppo lungo. Strano e difficilmente convincibile, lasciamo perdere, pensavano i parenti.
Ma capita, occorre e succede che ad alcuni si debba partecipare e oltre che sentire il mio senso estetico deperire ad osservare lo sfoggio di abiti improbabili che fasciano corpi brutti anche da nudi, e passi per gli sposi che sono obbligati a confezionarsi per il giorno più bello della loro vita come fossero delle torte di una pasticceria kitsch, forse per assomigliare alle statuine prodotte in serie che si mettono in cima alla torta monumentale, l'unica cosa che mi piaceva da bambino dei matrimoni ma che dovevo mangiarne poca, anzi, pochissima, perchè se no poi il pupo sta male, e a me i tortellini in brodo che mi ingozzavano per forza prima della torta fanno schifo tutt'ora, ma si doveva provare tutto, su , dai, provali almeno, ma io vedevo quella torta e mi ci sarei tuffato dentro, altro che quelle cose che galleggiavano in un liquido giallastro, così buoni col sugo ma per farmi un dispetto li stavano affogando in un liquido che aveva tutto l'aspetto di piscio caldo fumante.
Il primo amico che si sposò era vestito come un becchino in alta uniforme.
Se il matrimonio è la tomba dell'amore lui si era già portato avanti.
Il peggio è che anche io mi devo vestire in una maniera che non mi è usuale e che non mi piace.
Ma la cravatta no!
Se proprio devo entrare in un posto in cui è necessario metterla la metto anche, piuttosto che star fuori.
Ma ad un matrimonio, no, no, no!
La mettiamo tutti mi dicevano gli altri amici invitati, perchè tu no?
Io la cravatta non la indosso, se mai mi dovessi impiccare userei una corda.
Forse ci furono scommesse, forse qualche altra cazzata tra amici. Fatto sta che al mattino, quando arrivai sul sagrato, gli amici mi vennero incontro.
"Ah ah ah"
"Eh, eh, eh"
"Ih, ih, ih"
"Non hai la cravatta."
"Certo che ce l'ho cravatta."
"Ma se hai anche il colletto della camicia aperto?"
"Ho la cravatta e il colletto della camicia aperto."
"Dai, su...non hai la cravatta. L'avevi anche detto..."
Misi la mano in tasca e tirai fuori la cravatta.
"Ce l'ho la cravatta."
Rimisi la cravatta in tasca.
Al matrimonio di mia sorella feci l'autista.
Fare qualcosa che per altri è lavoro mentre la gente si diverte e mi permette di scantonare la massa dei parenti, e delle amiche e amici di mia sorella che era quanto di più lontano da me si potesse immaginare, è una soluzione accettabile.
Peccato che non abbia trovato un berretto da chauffeur, quello lo avrei indossato. 


martedì, ottobre 15, 2013

Navigo in acque stagnanti

Morirò per sopravvenuta decomposizione.

(mi scuso per l'adolescentesità di quanto scritto sopra ma non sono mai cresciuto)

lunedì, ottobre 14, 2013

Spot TV atlante geografico su Corriere della Sera



Negli anni in cui questo spot (spot è anagramma di post, curioso) veniva trasmesso i Leopoldi Pirelli sbavavano dalla gioia e i giornalisti ricordavano al mondo che Marx aveva messo incinta la cameriera e che aveva soldi in banca.
Io scoprivo la Trabant.
Di quello che stava succedendo al di là della cortina di ferro, dismessa per ruggine, avevo idee molto vaghe.
Questa reclame è una delle poche che, credo, abbiano assunto l'importanza di documento storico.
Interessante notare che il video e' stato registrato da retequattro, la televisione sparita in virtù delle leggi sulla concorrenza capitalistica.
O no?

Comunque

...comunque il mondo cambia ma i sottomarini che sbagliano il punto di emersione  e sbucano in centro città sono sempre russi....

venerdì, ottobre 11, 2013

Ottimismo gente! Non c'è più il bicchiere, la bottiglia é vuota e, nonostante questo, dobbiamo metterci il pannolone per contenere le perdite.

Vivo in un mondo in cui c'è ancora chi crede che i post di Grillo siano stati scritti da Grillo.
Come potrei avere qualche speranza...


sabato, ottobre 05, 2013

Non fare l'arabo

Tra i vari documenti che dovette portare al consolato, per avere il visto, c'era anche il certificato di battesimo.
Doveva andare in Iraq, allora lo si scriveva solo com la q.
Era il periodo della guerra con l'Iran, ma volevano lo stesso essere abbastanza certi di non aver a che fare con gli ebrei, credo.
Andò mia madre nella casa parrochiale a richiederlo e trovò il prevosto.
Quando tornò a casa mi disse che il parroco le aveva detto di dire a suo marito, mio padre, di stare attento, che gli arabi non sono come noi, sono cattivi, ed è per questo che qui da noi quando i bambini non obbediscono e fanno i birbanti gli si dice di non fare l'arabo.

Desperately seeking a sense of humor

In TV c'è il caimano, non l'ho mai visto e non mi va di vederlo.

Mi ero iscritto, meno di un mese fa, ad un sito bdsm.
Purtroppo è un social network tipo facebook con i numeri di un sito porno.
Cerco di spiegarmi.
In un sito porno, almeno quello che ho frequentato per un po', la presenza femminile è inferiore al 5% degli utenti (si fa presto a stimarla). Nel sito bdsm, anche se non ha una funzione ricerca (il che lo rende anche poco utilizzabile) grosso modo si arriva alla stessa percentuale.
Rispetto al sito porno le foto, sia come soggetto che come esecuzione, sono immensamente meglio, vuoi perchè il campo di ripresa si allarga ben oltre le parti basse sia perchè il campo delle fantasie è molto più vasto. Ci sono anche molti fotografi professionisti e trovo che alcune loro opere sono pezzi d'arte.
Ma le foto si trovano dappertutto.
Quello che mi interessava erano le persone. No, non perché le trovi strane o distanti, proprio per il contrario, almeno su alcune cose. Se il sangue non mi attira ma non mi fa ne caldo ne freddo non voglio assolutamente vedere merda, per essere chiari.
Il difficile è trovare chi, principalmente per 2 motivi.
Il primo è che non voglio fare quello che è stato un esperimento già fatto nel sito porno, cioè mandi inviti quasi casuali a 100 profili e la maggioranza accetta, ma poi non succede nulla, neanche un ciao. Ma in questo sito bdsm è difficoltoso trovare i profili che cerco in un tempo accettabile, mancando appunto di una funzione di ricerca. Si è costretti, per avere qualche contatto umano, a scartabellare profili sulla base della provenienza, che vuol dire smazzarsi pagine e pagine di profili di utenti per la maggior parte maschi o a iscriversi a gruppi in cui le discussioni vertono su argomenti tipo cristianesimo e bdsm o le solite polemiche da web tipo eil tizio che si lamenta che le fanciulle che non accettano la sua amicizia sarebbero fighe di legno. C'erano anche tante discussioni su argomenti tecnici ma non mi interessavano e non avrei saputo che dire. Non ho particolari preferenze tra corde di canapa e quelle da montagna, per esempio. Né saprei dire i vantaggi e gli svantaggi di un bastone rispetto ad una frusta.
Il secondo motivo si presenta quando trovi un profilo di qualcuna con cui si potrebbe avere qualche contatto, i qualcuno potrebbero interessarmi per scambiare opinioni ma non li ho cercati.
Accidenti, essendo poche quelle che sembrano reali devono essere subbissate di richieste, dunque nelle loro presentazioni c'è quasi sempre la richiesta di presentarsi prima. Lo trovo giusto, fintantoche non chiedano di non essere banali, e come si fa a non essere banali, gli scrivo una barzelletta per presentarmi? Oppure quelle che si vantano di avere una vita meravigliosa con un master tanto ma tanto master che riesce a masterizzare i cd con il solo sguardo e si vantano di sbattere lla porta in faccia a quasi tutti.
OK, cambio pagina, ma anche il sito, se proprio devo perdere tempo mi metto a giocare a tetris piuttosto che contattarti.
Comunque con qualcuna ho avuto qualche scambio.
Una e' una vecchia conoscenza di Second Life trovata lì, quasi un carramba che sorpresa, non ci eravamo scambiati la friend in SL ma è stato come trovarsi tra connazionali all'estero, un'altra che scrive poesie con un ritmo fenomenale e mi ha contattato lei, un altro paio per altri motivi del tipo qualche foto che ho messo e che aveva commentato  e l'ultima, che è stata la prima a cui ho scritto.
L'avevo contattata per quello che aveva scritto nella sua presentazione che me la faceva percipere come una seria che aveva trovato la maniera per convivere serenamente con le sue emozioni da soumise (sottomessa è una parola che non mi piace come suono, per me le migliori sono questa francese e lo spagnolo sumisa).
In quel sito, tra amici, c'è la possibilità di scrivere pubblicamente sulla pagina  l'uno dell'altro.
Leggendo la sua pagina mi sono imbattuto in un  "brava cagnetta" lasciato da un suo dom o ex-dom (dominatore, non proprio un master ma di fare qui la classificazione non ho voglia e francamente mi interessa anche poco, ho notato che nell'ambiente c'è una tendenza all'iperclassificazione che è solo noiosa).
Io odio i vezzeggiativi nei rapporti D/s. Cagnetta, schiavetta, mi fanno letteralmente cagare.
Ma c'è una cosa in più. Se è messa in pubblico invece che scritta privatamente vuol dire che il tizio che l'ha lasciata non è un Dom, se Dom si può essere, ma solo un cane che piscia per marcare il territorio, cosa che non è rivolta alla sua sub ma ad altri Dom e master.
Io li chiamo Domgiovanni possessivi. E non mi piacciono le sub che cadono tra le dominanti braccia di questi cafoni ripuliti, per partito preso e senza tanti perchè.
Ma perchè va sempre a finire che mi piace quello che poi non mi piace?
Per il momento non mi sono ancora cancellato dal sito, ma, come per facebook, dove però sono io che non voglio apparire come persona reale,  in manccanza di scambi diventa una fiera della condivisione difficilmente filtrabile in cui leggo cose ritrasmesse da amici ma scritte da persone che magari mi odiano o che io trovo odioso quello che scrivono...ho perso il filo, che stavo scrivendo?
E, in quel sito, manca del tutto il senso dell'umorismo ed è una cosa veramente tremenda.
I master che si vestono come il mago Otelma non mi fanno ridere.

Non correggo e pubblico, serata noiosa e non avevo niente di meglio da fare. Sarebbe meglio che chiuda il PC e riprenda a fare qualcosa.
Lo so che è scritto di merda, non ho le idee chiare.

Allego il mio profilo in quel sito :

Per quello che potete sapere, nonostante le foto, il codice fiscale e anche il passaporto, potrei essere un criceto scappato dalla gabbia perchè stufo di correre sulla ruota che sta ballando il tip tap sulla tastiera.
Tratti distintivi della mia personalità:
  • Mi sono scassato la minchia
  • Mi avete scassato la minchia
  • La minchia
  • Conosco diversi sinonimi di minchia, ma minchia suona veramente bene
  • No, non sono siciliano anche se mi piace dire minchia
  • Non mi va di vedere scritto Dom a fianco del mio nick perchè sono di Milano e non so che minchia farei con una madonnina in testa
  • Sono fine e delicato, cazzo! Che è un sinonimo di minchia

Desperately seeking a sense of humor...

maybe this is not the right place.

mercoledì, ottobre 02, 2013

Verona 1958




Il servizio militare di mio zio fu breve, pochi mesi passati per lo più nell'ospedale militare di Verona.
Una malattia polmonare lo costrinse al ricovero, prima nell'infermeria della caserma dove era ancora recluta per poi essere trasferito nell'ospedale militare di quella città che curava anche i soldati americani stanziati nelle basi italiane.
Tralascio il racconto di fatti personali, dico solo che mio zio guarì e la malattia non ebbe strascichi.

Il personale era italiano ma, almeno in parte, l'attrezzatura era americana. I termometri avevano la scala graduata in fahrenheit, cosicché mio zio si ricorda di aver visto più volte la sua temperatura corporea superare i 100°F, una normale febbre ma ad essere abituati ai gradi centigradi fa un po' impressione leggere una temperatura corporea superiore ai 100°.
Erano, per come me li ha descritti, termometri più piccoli di quelli che si usavano normalmente negli ospedali e nelle case italiane, molto resistenti, quasi indistruttibili. Forse solo perchè erano fatti di plastica e non di vetro, ma di questo non sono sicuro.

Mi chiedo come mai uno strumento di misura contenente mercurio sia stato costruito per anni e anni, ancora ben dopo l'invenzione della plastica, con un involucro di vetro, fragile e delicato. Forse per far contento quel medico di un ospedale pubblico lombardo che, tra gli anni '80 e '90, li rompeva uno a uno per estrarne il mercurio con cui riempiva lo sfigmomanometro del suo studio privato (episodio raccontatomi da studenti di medicina che in quel periodo stavano facendo pratica clinica in quell'ospedale). Magari lo troverete strano ma anche il mercurio, come ogni liquido, evapora e ogni tanto uno sfigmomanometro costruito con quella tenconologia, forse non perfettamente costruito, ha bisogno di un rabbocco.

I degenti erano ricoverati in camerate nei vari reparti come un in normale ospedale: medicina generale , chirurgia...ma non c'era una divisione per nazionalità dei pazienti.
Quello che mio zio mi racconta di quel periodo non sono le vicende legate alla sua salute ma di come conobbe un sergente americano che parlava abbastanza bene l'italiano, come lui lì ricoverato. Di tutta la sua lunga degenza, di cui enfatizza solo la noia, mi parla sempre di quella volta che vide il sergente seduto al tavolo che stava al centro della camerata.
Se ne stava seduto ed era concentratissimo, assorto tra fogli e foglietti sparpagliati sopra a quel tavolo. Le ore passavano e lui se ne stava lì, sempre seduto, attentissimo a quello che stava facendo.

Gli ospedali sono un po' come le prigioni, quelli militari hanno anche le guardie. Un maresciallo dei carabinieri, credo addetto alla sicurezza ma che come per i degenti non aveva altro da fare che passeggiare tra i reparti e tirare la fine del turno passò di lì, vide il sergente, gli si avvicinò per salutarlo e, vedendo la quantità di carta sul tavolo, chiese che stesse facendo.
Il soldato americano, quasi sudato come racconta mio zio, alzò gli occhi verso il maresciallo e spiegò che stava compilando la dichiarazione dei redditi.
Parlottarono un po' a proposito della quantità di carta e a cosa questa servisse.

Tanto tempo è passato da quando in quell'ospedale furono dette quelle parole e ricostruire un dialogo sarebbe solo un artificio narrativo.
In realtà mio zio ogni volta che racconta questo episodio della sua vita cambia qualcosa. Qualche volta il maresciallo si mette a ridere e dice al sergente di stracciare tutto, altre volte di aumentare le spese detraibili e stracciare le ricevute di queste, che tanto chi vuoi che controlli, sono solo pezzettini di carta che si possono perdere, oppure arriva a descrivere dettagli, secondo me inventati o esagerati, come quello di una ricevuta per uno spazzolino da denti.
Solo il finale è sempre rimasto invariato nel suo racconto. Un finale in cui il sergente guarda serissimo il maresciallo ridacchiante e dice:
"Da noi non è come qui in Italia. Il nostro fisco, se sei corretto, arriva quasi a farti degli sconti, a premiarti. Ma se trova qualcosa che non va, che hai dichiarato il falso o non puoi dimostrare quello che hai scritto, ti si attacca addosso e non molla la presa. Non c'è da scherzare".

L'IRS, Internal Revenue Service, il fisco americano per farla breve, la bestia nera degli statunitensi. Un rottweiler incrociato con un pitbull che, ancora oggi, non fa dormire sonni tranquilli ai cittadini di quel paese, tanto che le cliniche psichiatriche che si trovano a curare quei disgraziati incappati nelle grinfie di quel mostro consigliano, per rilassarsi e riprendersi dallo choc, di andare in vacanza in Equitalia.





domenica, settembre 29, 2013

Serata televisiva

Domani in TV c'è il commissario Montalbano, che è un ottimo documentario sul barocco siciliano e un'ode al muro a secco e non me lo voglio perdere.

Questa sera guardo il video seguente, breve , chiaro e anche divertente. Non devo neanche accendere la TV per guardarlo.


venerdì, settembre 27, 2013

Il doodle di google di oggi con un mio sentito vaffa'n'culo al compleanno di google e a tutto il resto.

Oggi con google ho vinto 157 caramelle, mi sono chiesto se sia normale giocare alla pentolaccia virtuale a 51 anni e, cosa più importante, mi sono dimenticato cosa volevo ricercare.

MA VAFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFF

La Pianista (2001)







Musica.

Non siamo solo pensiero.
Non siamo solo carne.

Le parole più agghiaccianti, per motivi personali, che ho sentito in un film:
"E le ricordi di esercitare la mano sinistra."

Silenzio






mercoledì, settembre 25, 2013

Thinking, smoking


Fotografo, modello, macchina fotografica compatta tra le meno care su un cavalletto, una torcia a led, uno specchio per vedere quello che stavo riprendendo,  tutto da solo.
Sono orgoglioso del risultato. Dovrei scrivere un libro solo per mettere questa foto come copertina.

:-)


martedì, settembre 24, 2013

Uova alla cock

E gira di qua, e gira di là, sono capitato in un sito bdssmmsdsmm (odio le sigle ma credo si capisca). Una specie di facebook del bdsbdfmmssnffs e del fetishhhhhhhhhhhhhhhhhhh (odio le sigle e si capisce sempre meno).

Dopo 2 settimane mi sto già scassando la minkia. Tranne un paio di contatti, di cui una una vecchia conoscenza di second life, DIO BONO!!! Ma come se la tirano!!! Ho paura che si strappi il monitor da come se la tirano.

Ultima cosa che ho scritto, e che non leggerà nessuno, ma con me è normale così, anche se mi leggono qui , là o in altri posti ancora mica mi capiscono. Non mi capisco nemmeno io del resto...
Comunque ho scritto questo:

"Ma il sense of humor è stato bannato da questo sito o che altro?"

E poi per partecipare alla festa ho scattato ed inserito anche in quel posto, fetlife si chiama, questa foto...che non so se l'ho fatta col culo ma il soggetto fotografato senz'altro.

Uova alla cock







domenica, settembre 22, 2013

-(??)- _[.][.]_

-(??)-     :"Ma perché chiedersi sempre il perché?"

_[.][.]_   :"Sei stato sopraffatto dal vizio, attento alle overdose".

sabato, settembre 21, 2013

Chiedersi cos'è l'arte...

Chiedersi cos'è l'arte non è arte.

(-OO-) _[.][.]_

(-OO-)  : "Democrazia diretta subito!"

_[.][.]_  : "Ah sì, da chi?"

venerdì, settembre 20, 2013

regalo di matrimonio

Un tot di anni fa, 2001, 2002 o giù di lì, un mio compagno di scuola e amico, anche se non proprio strettissimo, si sposò.
Alla coppia, ancora convivente, regalai questo libro:


Quando portai loro il regalo, qualche mese prima del matrimonio, lei mi disse che sarebbe potuto servire quando avrebbero litigato. Lui lo guardò e considerò, da laureato in storia, che, visto il tipo in copertina, sarebbe potuto diventare un reperto storico.

mercoledì, settembre 18, 2013

Economia 2, la vendetta

La realtà è quella cosa che, anche se smetti di crederci, non svanisce. (Philip Dick)

Lezioncina breve breve, fatta di una sola citazione ma carica di profondi e non reconditi significati.

domenica, settembre 15, 2013

_°°_ _[.][.]_

"Sono vivo!"
"Non preoccuparti, poi passa."

Buonanotte

Seguendo un corso, non sto scrivendo di Napoleone, di economia politica - capitano quei pomeriggi in cui non si ha voglia di fare la calzetta, pulire i cessi o altre attività utili alla sopravvivenza dell'umanità - magari potrete sentire delle cazzate fatte dai vari governi passati (ma è tutta colpa dei comunisti che poi vanno in mercedes) tipo portare le industrie siderurgiche al sud per portare lavoro. Un po' ne portano, certo, ma non creano un grande indotto. Arrivano i rottami di ferro, li si fondono, si trafilano o laminano e si porta via il manufatto. Morta lì. Niente aziende di semilavorati, niente piccoli imprenditori per eseguire parti particolari come invece potrebbe fare l'industria automobilistica. Vero che ci hanno tentato con l'alfasud ma è meglio stendere un velo pietoso.
Quello che mi lascia lì, in una situazione come quella italiana, dove la debolezza è sempre stata il non avere grandi industrie, tranne poche,il che ci consente di sopravvivere meglio alle crisi perchè spalma sul territorio i disgraziati senza lavoro invece di concentrarli, è la deificazione in atto del piccolo imprenditore, e per pigliar più voti ci mettono pure il medio, che non becca più soldi in prestito, non produce, non vende, gli arrivano le tasse (ahi ahi ahi che brutta parola), non può più far il pieno alla porsche  e va davanti ad equitalia e si suicida.
Com'è quella storia che in Kapitalismus l'imprenditore rischia e se riskio va male fallisce?
Chi cazzo votava la DC, PSI e poi il Berluskpartei?
Solo i contadini e i manovali?
E' tardi, domani piove, il governo è sempre e comunque ladro e io vado a nanna.



venerdì, settembre 13, 2013

Lenin

Che fare?
Mi pare l'abbia scritto Lenin e non trattava di Facebook... mi pare.
Comunque se in paio di giorni di commenti del cazzo, ma neanche tanto - che va bene essere umili ma non tanto idioti da non sapere che quello che si è scritto tanto idiota non è - l'unico che dà segni di avere letto quello che ho scritto è un tal Longinus che mi risponde, per controbattere la mia presa per il culo, con un articolo del Giornale - il Giornale cazzo!  non un giornale ma il Giornale - c'è qualcosa che non va.
A parte lo schianto di coglioni a leggere che c'è ancora qualcuno che  legge e cita il Giornale per continuare a recitare la litania dei magistrati politicizzati cattivi e rossi, a parte questo c'è qualcosa che non va.
Non so se sia io, se siano gli altri o il mezzo di trasmissione ma c'è qualcosa che non va.
E non pensate che voglia disperatamente essere letto.
Imparate a guardare quello che non c'è. E' già difficile interpretare quello che c'è e vi chiedo di guardare quello che non c'è...vabbè.
Nemmeno qui, su sto cazzo di blog, ho messo la funzione perchè qualcuno possa seguirmi. Non è un caso.
Seguirmi per cosa poi?

Mi sono veramente rotto la minkia di 'ste merde di social network, è quasi meglio il Giornale!

giovedì, settembre 12, 2013

Che fare?

Chiudere l'account di FB (diretta conseguenza di Second Life) che ho con il nome dell'avatar presuppone che verranno cancellati tutti i commenti che ho disseminato in giro (di quello che ho scritto sul "diario" mi frega poco....a cosa stai pensando? AI CAZZI MIEI) non è simpatico.
Ho già cancellato il primo account, quello con nome e cognome, perchè l'avevo fatto solo per SL e, a me persona reale, FB non piace proprio.
Del resto in Sl non entro praticamente più...che me ne faccio di questo?
A discussioni non mi va di partecipare come cartone animato (e anche in assoluto, tranne rari casi), tranne che per 4 gatti è come non esistere e, per di più, a volte leggo cose che mi fanno rabbrividire.
Che bello quando c'era solo l'email!

mercoledì, settembre 11, 2013

Lavori complicati

Scrostare il ghiaccio da un freezer con un bambino di 4 anni e un gattino di circa 2 mesi è un lavoro complicato.

mercoledì, settembre 04, 2013

Femen a Venezia

Sono andato a vedere le news alla tele e ho beccato un servizio sulla mostra del cinema a Venezia.
C'erano le Femen, invitate. Passerella e foto di gruppo con sfondo rosso.
Avevano qualcosa scritto sul petto ma, siccome il medium è il messaggio, come diceva McLuhan, io mi sono fermato a guardare le tette.
In questi tempi in cui non so se sia finita la guerra termonucleare tra Nord Corea e Stati Uniti, in cui l'esercito fa una rivoluzione in Egitto un anno sì e uno no, in cui in Siria usano le armi chimiche anche se fossero solo scacciacani, perchè sparare a sale (NaCl) è indubbiamente usare un composto chimico e se ti colpisce un nervo è qualcosa di nervino, e brucia, cazzo se brucia...ecco, a me ignorante, a me stolto, a me fesso è balenata in testa solo una domanda.
Ma se si ha di più della seconda scarsa non si può fare la Femen?

Condivisioni su Facebook

Vedo che su FaceBook va molto di moda condividere frasi e fotografie raccattate durante le peregrinazioni nel web.
Cose per tirarsi e tirare su di morale o aumentare l'autostima del tipo: "Io sono il comandante della mia nave e non mi chiamo Schettino" oppure "Nessun pranzo é gratis e anche la fila alla mensa dei poveri è molto lunga" o anche " Sono figo e chi mi dice che sono figo è figo anche lui: metti un mi piace che ti metto un mi piace così ci piacciamo", cose così.
Non considero tutto il filone delle condivisioni appartenenti alla categoria "è sempre colpa di qualcun'altro" perchè sono tristi di loro e non mi sento d'intristirle ulteriormente. D'altronde basta fare un giro al mercato e questo tipo di condivisioni circolano da sempre, da ben prima di Fb, internet o addirittura dei transistor.

Voglio, questa sera prima di andare a letto, condividere qualcosa anch'io per non sembrare troppo antiquato, riservato e demodé.
Per la serie "Siamo tutti economisti", categoria tra le più condivise, scopiazzo e incollazzo da wikipedia (pagina in italiano inesistente su wiki):

http://en.wikipedia.org/wiki/The_Theory_of_Interstellar_Trade

The Theory of Interstellar Trade
From Wikipedia, the free encyclopedia
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The Theory of Interstellar Trade[1] is a paper written in 1978 by economist Paul Krugman. The paper was first published in March 2010 in the journal Economic Inquiry.[2] He described the paper as something he wrote to cheer himself up when he was an "oppressed assistant professor," caught up in the academic rat race. [3]

Krugman analyzed the question of

how should interest rates on goods in transit be computed when the goods travel at close to the speed of light? This is a problem because the time taken in transit will appear less to an observer traveling with the goods than to a stationary observer.

Krugman emphasized that in spite of its farcical subject matter, the economic analysis in the paper is correctly done. In his own words,

while the subject of this paper is silly, the analysis actually does make sense. This paper, then, is a serious analysis of a ridiculous subject, which is of course the opposite of what is usual in economics.

Commentary

Responding to the paper, economist Tyler Cowen speculated on how time travel affects time preference discounting.[4]

My own puzzling focuses on the determinants of real interest rates, given how time dilation changes the meaning of time preference. As you approach the speed of light you move into the future relative to more stationary observers. So can you not leave a penny in a savings account, take a very rapid spaceflight, and come back to earth "many years later" as a billionaire? Hardly any time has passed for you. In essence we are abolishing time preference, or at least allowing people to lower their time preference by spending money on fuel. I believe that in such worlds the real interest rate cannot exceed the costs at which more fuel can "propel you into the future through time dilation."

Assume you have a spaceship that can approach lightspeed and thus you can make, say 1000 years, seem like 10 years. If you can gain the time value of money 100x faster, that effectively makes the interest rate 100x higher for you. Thus time preference is meaningless. This is a problem for economic theory. Krugman's solution is to force the interest rate to correspond to the cost of making the trip.

Here is the standard compound interest formula:

FV = PV(1+i)n

Fuel costs for the above trip are $X. Let's say you have $1000 to invest and wonder whether it's worth taking a near-lightspeed voyage to increase your return 10 subjective years from now.

Stay on earth:

A = $1000(1 + i)10

Take trip:

B = ($1000(1 + i)1000) – $X

Krugman says that its necessarily true that A=B, for time preference theory to stay consistent; thus it will be driven by X. In the future, given a free market, spaceship fuel costs will be the primary determinant of interest rates. The less the fuel cost, the less the interest rate, and vice versa.
Related theories and publications

In 2004, Espen Gaarder Haug published a theory he titled "SpaceTime-Finance" in Wilmott Magazine to show how a series of finance calculations had to be adjusted to avoid arbitrage when hypothetical traveling at very high velocities relative to other observers (traders). He illustrated how such necessary adjustments already could be measurable at the speed of the space shuttle, but also that such calculations and adjustments was of little or no practical relevance today since we all are moving at the nearly same speed relative to the enormous speed of light.

In 2008, John Hickman at Berry College, Georgia USA published in the Journal of Astro Politics an article related to the political and cultural obstacles that could be related to hypothetical interstellar trade.

domenica, settembre 01, 2013

Pornosaiti





Mi sono iscritto, pochi mesi fa, ad un sito porno, non tanto per i video, per quelli basta avere una connessione ad internet senza nessun'altro tipo di iscrizione, ma perchè mi ero accorto, navigando al suo interno, che c'era una componente sociale. Non complessa come quella di Facebook, ma almeno la possibilità di presentarsi, per lo più attraverso avatar (gli avatar maschili sono spesso rigidi e turgidi ma anche quelli femminili non hanno una sostanziale differenza rappresentativa essendo aperte e umide), di avere una lista di "amici", di scambiarsi messaggi e altri tipi di interazioni grafiche, c'è.
Che questo servizio si chiami "dating"  non fa di me un fesso che crede che basti iscriversi ad un sito per poter scopare ogni sera con una donna diversa, o con più donne diverse, oppure con comitive di vario genere e transgenere, incatenati o no. Sono abbastanza vecchio per poter dare un giusto peso alle cose nonostante i loro nomi. Non si trattava di cercare appuntamenti facili ma di cazzeggiare, e la possibilità di un cazzeggio divertente, da quello che avevo visto e letto c'era (il sito è completamente accessibile anche senza iscrizione, quella serve solo per poter scrivere e comunicare con altri). Ogni conoscenza reale nata in rete è sempre qualcosa in più, e non è detto che si debba finire a letto solo perchè ci si è conosciuti in un sito porno. A me sembra una cosa elementare.
Mi convinco ad iscrivermi anche grazie ad una  caratteristica che, credo concorderete con me, è estremamente attrattiva. Il sito, tranne un servizio premium di cui non so nulla, ma anche senza premium si ha a disposizione praticamente tutto, è completamente gratuito.

Anticipo che l'esperienza è stata deludente.

Scelgo come avatar un simbolo del bdsm, compilo il mio profilo con informazioni reali, anche se abbastanza generiche per salvaguardare il mio anonimato e aspetto.  Non vado mai di corsa e, nonostante avessi visto già molto preferisco guardarmi attorno ancora un po' per conoscere meglio l'ambiente.
Dopo 15 giorni/un mesetto non succede niente o quasi.  Qualcuno passa dal mio profilo ma poche, praticamente nessuna, richieste di amicizia. Le poche che arrivano sono di gente che sparisce immediatamente dopo. Con immediatamente intendo il giorno dopo l'iscrizione o il giorno stesso.
Mi decido a muovermi, anche perchè la noia di leggere profili altrui senza che ci sia nessun genere d'interazione mi sta sopraffacendo.

Mando ai profili femminili e non evidentemente falsi, molti non sanno nemmeno usare photoshop ed è evidente già nelle foto che scelgono di pubblicare che sono uomini mascherati, qualche simpatico messaggio o commento alle foto, oppure ai video che sono pubblicati nel loro profilo. Per simpatico intendo, a seconda di quello che è scritto nel loro profilo, apprezzamenti che vanno da "sei bellissima", passando per "sei una gran porca" fino a "sei una troia che merita solo di essere sbattuta su un marciapiede ed essere ricoperta dello sperma di tutti i passanti". Prego il gentile pubblico di notare che tutti i precedenti messaggi non sono minimamente irrispettosi o gratuitamente insultanti, sono solo adattati a particolari profili di persone.

Mi accorgo che anche così facendo i contatti sociali restano pressoché assenti. Le risposte si contano sulle dita di una mano e non vanno oltre il generico grazie e la maggior parte dei messaggi che mando non vengono nemmeno letti.

Da vecchio, se non vecchio almeno maturo, avatar di Second Life, anche se il mio nickname in quel sito è diverso, conosco la sproporzione tra uomini reali e donne nelle land per adulti di SL. Solo che nel pornosito la sproporzione tra uomini, contando come uomini gli uomini propriamente detti, indipendentemente dalle loro preferenze sessuali, e quelli che si presentano come donne e le poche, pochissime donne è talmente alta da far impallidire la land più adult delle land adult di second life. Credo di non sbagliare di molto stimando in meno del 10% la presenza femminile, comprendendo le dolci metà di coloro che si presentano come coppia. La cosa è evidente fin dai primi giorni anche se, a differenza di SL, ci sono meno lesbiche, vere o presunte. Di questo non so spiegarmi il perchè.

A diferenza di SL, in cui comunque avevo amici fin dai primi giorni e quando entravo, ai primi tempi, non ero quasi mai solo, faccio una cosa mai fatta in quel mondo virtuale.  Vinto dal silenzio ma ancora curioso mi metto a mandare inviti d'amicizia quasi casuali a raffica.

In parte la strategia funziona. Almeno numericamente la mia lista si allunga (alla fine, dopo circa 3 mesi, arrivo ad avere una lista di oltre 300 persone di all over the world). Ma per quanto riguarda i contatti, fosse solo lo scambio di poche battute, non cambia molto. Data la sproporzione tra maschi e femmine non si può nemmeno parlare di chat, mentre sta parlando con te la tipa parla almeno con altri 10 maschi e per avere risposta devo aspettare anche più di 10 minuti, quando c'è risposta perchè non è raro che il discorso cada.

Succede che comunque, dati i grandi numeri, e per me 300 persone sono veramente un grandissimo numero, un po' di contatti decenti si trovano. Qualcuna, per la maggior parte straniere, con cui scambiare qualche riga, salutarsi quando ci si vede online, scambiarsi qualcosa di privato. E, lasciatemelo dire, se invece di the apple is on the table mi avessero insegnato l'inglese con the cock is in the pussy io sarei quasi un anglofono madrelingua adesso.
Su queste cose Second Life mi ha insegnato molto, e rispetto al pornosito devo dire che è sicuramente molto meglio, nonostante la mia nota antipatia per i cartoni animati.

Un paio dei contatti femminili che ho avuto sono italiane.
Una è la sweet di una coppia cuckold (cornuto contento), anche abbastanza vicina al mio domicilio per non pensare che un giorno ci si possa conoscere...dopotutto se lei è contenta, se anche il marito è contento perchè mai non dovrei poterlo essere anch'io?
Ma, nonostante non mi sembri un fake, pure quella è sparita senza salutare.
L'altra una delusione. Io sono molto deluso quando scopro che una persona che sembra interessante si rivela, a freddo, una bambina. No, non per età anagrafica ma come comportamento. Non saprei come altro definire qualcuno che ti dice che ci tiene all'anonimato, che cerca amici fidati e dopo un po' di chat, di botto, mi dice, senza che glielo chiedessi, il nome (non il cognome, almeno quello...) dove abita (solo la città... bambina, non completamente stupida)  ti fa capire quanti anni ha, ci si scambia email e skype, ti fa vedere le sue foto (se mai l'incontrassi la riconoscerei), arriva a considerare il fatto, tutto da sola senza nessun invito da parte mia, di prendere un caffè assieme, nonostante non siamo propriamente vicini di casa e quando mette altre foto, no tu no! Queste sono solo non per pochi ma per pochissimi, non più di 10 persone.  Ora...la fiducia la dai o non la dai. Io non aspiro a diventare l'undicesimo manzo nella tua stalla, ma sta attenta, mica tutti sono come me, è facile trovare matti in rete. Così è prendere per il culo la gente.
Cancellata dai contatti, tranne che in quel sito dove spero che sia lei a bloccarmi, sto anche scrivendo questo per non punzecchiarla troppo. Dimostrava anche una buona cultura e continuo a percepirla (non voglio dimostrare nulla, non voglio controllare nulla e mi basta la mia percezione)  come vera, una persona vera...nonostante il suo comporatamento un po' mi dispiace, aveva anche il gusto della battuta.
Poi si lamentano degli stalker!

Quindi, avvicinadomi alla conclusione di questo rapporto, devo dire che l'esperienza per me è stata una via di mezzo tra la noia e la tristezza, con rari sprazzi di divertimento...oltre che il solito laboratorio linguistico, che ho imparato a sfruttare nelle land adult di Second Life. Ed è per questo motivo che non mi cancellerò dal pornosito, per mantenere allenato il francese e sforzarmi di rendere un po' migliore il mio pessimo inglese. Oltre che cazzeggiare, ovviamente.
Ma lo sapete che le prime volte che giocavo in SL, in quelle land, avevo aperto il vocabolario sulle ginocchia?
Altro che seghe!

Voglio concludere, per non smentirmi, con una dotta citazione tratta dalla poesia A' Livella di Totò. La frequentazione di quel pornosito e le conoscenze ivi fatte, forse, mi hanno fatto capire la mia attrazione per i cimiteri e argomenti ad essi affini. Gli ultimi 2 versi di questa poesia infatti recitano:

Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie... appartenimmo â morte!".





domenica, agosto 25, 2013

I miei denti e la Gioconda

Nel luglio 1982 ho visitato, per la prima e unica volta, Parigi.
3 giorni, alloggiando all'ostello della gioventù in un sobborgo della capitale francese, abbastanza vicino ad una fermata del metro o della RER, che comunque  è sempre una specie di metro.
Ah, Parigi... anche se non ci fossi stato sarebbe stato lo stesso. Magari ad abitarci per qualche tempo avrei delle opinioni diverse, ma da turista, Louvre compreso, ho ricordi di posti migliori.
Non mi piacciono le grandi città imperiali. Per quanta bellezza possono contenere le trovo troppo grosse, dispersive e antipatiche.
E' un'impressione che ho avuto per tutte e 3 le città imperiali che ho visitato, Londra, Parigi e Vienna. Per quanto diverse l'una dall'altra non mi hanno lasciato grandi ricordi.
Ci sarebbe anche Roma da mettere tra le grandi città imperiali che ho visto, ma credo sia così solo di nome. Roma mi è piaciuta molto, ma perchè non è una città, o meglio, non è solo una città. Roma è stata una grande città imperiale, ma non lo è più da lunghissimo tempo, cosicchè, visitandola, invece dell'impressione di dispersione data dai viali troppo larghi, di stare a guardare una vetrina con statue dorate al posto dei manichini o di essere entrato in un supermercato costoso esteso per decine di ettari, Roma mi ha dato la sensazione di essere una serie di villaggi, ognuno con la sua piazza non esageratamente grande, e dopo qualche passo un bosco, spostandosi ancora di poco un libro di storia illustrato, girando lo sguardo dal libro ci si ritrova in un altro villaggio con i suoi abitanti in strada per il mercato...Roma è Roma perchè Roma non esiste.
Ma torniamo nel sobborgo di Parigi, in quell'ostello della gioventù.
Non è un'obbligo credo, ma in diversi ostelli in cui sono stato i bagni non erano separati per genere. Quello di Parigi fu il primo in cui alloggiai con questa caratteristica.
La prima mattina che mi svegliai, dopo che la sera prima avevamo montato la tenda nel prato antistante l'edificio (in alcuni ostelli potevi usufruire dei servizi, bagni, cucina, sala di ricreazione se c'era, e piantare la tenda in giardino, risparmiando) andai in bagno per la toeletta mattutina. C'era una serie di lavandini attaccati a una parete con gli specchi e opposta a questa una serie di vani doccia.
La doccia appena sveglio non credo di averla mai fatta; mi alzo talmente rincoglionito che, anche se la doccia mi svegliasse, rischierei incidenti da pronto soccorso ogni volta. Ciò che mi serve al mattino è un lavandino e uno specchio per riassetare il pelo, nient'altro.
Mi stavo lavando i denti quando entrò una ragazza che occupò il vano doccia alle mia spalle. Io non mi ricordo se quei vani doccia fossero dotati di tendina, la porta sicuramente non c'era.  Quello che mi ricordo e che nello specchio in cui stavo controllando il lavoro di pulizia dei denti apparve una ragazza completamente nuda che apri l'acqua e cominciò a insaponarsi, accuratamente.
Lo spazzolino da denti continuava ad andare su e giù, automaticamente, ma i miei occhi non controllavano più quello che stavo facendo ma erano fissi a guardare quella ragazza che si stava lavando.
Ora posso dire che fui particolarmente colpito dal suo completo disinteresse per quello che le accadeva intorno, dall'andirivieni delle persone che entravano e uscivano e dai miei occhi fissi su di lei, seppur riflessi dallo specchio. Si stava semplicemente lavando.
Era tutto così diverso dal mondo degli alberghi e delle pensioni che avevo frequentato in Italia!
Con dei denti pulitissimi andai al Louvre.
Credo che possiate capire perchè del sorriso della Gioconda, che vidi dal vero quella mattina, me ne frega men che nulla.