..................................................................................................

_________________________________________________________________










lunedì, novembre 30, 2009

Pourqoui ont-ils tué Jaurès?

Il coraggio, è amare la vita e guardare la morte con uno sguardo tranquillo; è tendere verso un ideale e comprendere il reale; è agire e donarsi alle grandi cause senza sapere quale ricompensa riserva ai nostri sforzi l’universo profondo, né se lui riserva una ricompensa. Il coraggio, è cercare la verità e dirla; è non subire la legge della menzogna trionfante che passa, e non fare eco, del nostro animo, della nostra bocca e delle nostre mani agli applausi imbecilli e agli schiamazzi fanatici.
......................... ... ..............(Jean Jaurès - Discours à la jeunesse,1903)




Ils étaient usés à quinze ans................................. Erano usati a quindici anni
ils finissaient en débutant.................................... finivano iniziando
les douze mois s'appelaient décembre.................. i 12 mesi si chiamavano dicembre
quelle vie ont eu nos grand-parents…………………….… che vita hanno avuto i nostri nonni
entre l'absinthe et les grand-messes……………………….fra l’assenzio e le grandi messe
ils étaient vieux avant que d'être…………………………..erano vecchi prima di esserlo
quinze heures par jour le corps en laisse………………….15 ore al giorno il corpo al guinzaglio
laissent au visage un teint de cendres……………………..lasciano sul viso una tinta di cenere
oui notre Monsieur, oui notre bon Maître…………………sì nostro signore, sì nostro buon padrone

Pourquoi ont-ils tué Jaurès?…….....…....………………….Perché hanno ucciso Jaurès?
pourquoi ont-ils tué Jaurès? ………….......………………….Perché hanno ucciso Jaurès?

On ne peut pas dire qu'ils furent esclaves…………………Non si può dire che furono schiavi
de là à dire qu'ils ont vécu…………………………........………ma addirittura dire che hanno vissuto
lorque l'on part aussi vaincu…………………......……………quando si parte così vinti
c'est dur de sortir de l'enclave………………...………….. è duro uscire dall’enclave (ghetto)
et pourtant l'espoir fleurissait…………..…….…………...eppure la speranza fioriva
dans les rêves qui montaient au cieux………….………….nei sogni che salivano al cielo
des quelques ceux qui refusaient………..…..……………….di quei pochi che rifiutavano
de ramper jusqu'à la vieillesse…………………………………………di arrampicare fino alla vecchiaia
oui notre bon Maître, oui notre Monsieur…………………sì nostro buon padrone, sì nostro signore

Pourquoi ont-ils tué Jaurès? ……………………………….Perché hanno ucciso Jaurès?
pourquoi ont-ils tué Jaurès? ……………………………….Perché hanno ucciso Jaurès?

Si par malheur ils survivaient……………………………...Se per sfortuna sopravvivevano
c'était pour partir à la guerre……………………………….era per andare in guerra
c'était pour finir à la guerre………………………………...era per finire in guerra
aux ordres de quelque sabreur…………………….….……..agli ordini di qualche sciabolatore (ufficiale)
qui exigeait du bout des lèvres………………………….… .che esigeva con la puzza sotto il naso
qu'ils aillent ouvrir au champ d'horreur……………………che andassero a cominciare nel campo d’orrore
leurs vingt ans qui n'avaient pu naître……………………...i loro vent’anni che non avevano potuto nascere
et ils mouraient à pleine peur………..………………………e loro morivano pieni di paura
tout miséreux oui notre bon Maître………………………...completamente miserabili sì nostro buon padrone
couvert de prèles oui notre Monsieur………………………coperti di erba sì nostro signore

Demandez-vous belle jeunesse…………………… ...……..Chiedetevi bella gioventù
le temps de l'ombre d'un souvenir…………………………..il tempo dell’ombra di un ricordo
le temps de souffle d'un soupir……………………………...il tempo del soffio di un sospiro

Pourqoui ont-ils tué Jaurès? ………………………….…….Perché hanno ucciso Jaurès?
pourquoi ont-ils tué Jaurès? ………………………….…….Perché hanno ucciso Jaurès?

............(Jacques Brel)

sabato, novembre 28, 2009

Ipotesi cervellotiche


Ripensando agli anni che ho vissuto, i primi, a certi comportamenti che non ho più avuto crescendo, non potendo dimostrare nulla devo limitarmi ad ipotizzare.
I miei primi anni di vita credo siamo serviti a costruire le difese per il mollusco.
Non so perchè ma, sempre credo non potendo sapere, il mio mollusco si sente quasi sempre minacciato e richiede forti mura per difendersi dalle minacce esterne.
E qui sta una contraddizione.
Il mollusco pensante si ciba con quello che viene dall'esterno.
Dunque per farlo stare bene devo contemporaneamente tenerlo al chiuso, protetto e difeso, e anche aperto all'esterno per farlo mangiare.
Vabbé...hanno inventato le porte per questo. Ma le porte sono la parte più debole delle mura.
Comunque sia devo indebolire le difese per farlo mangiare.
Ma io ho il mullusco diffidente, quella porta la devo controllare. Questo costa energia a spese del mollusco stesso.
A lungo andare il mollusco si stanca. Si stanca e sbaglia.
"Quello dovevo farlo passare...sono stato troppo diffidente...poteva essere interessante...poteva essere divertente". Pensa il mollusco.
Oppure, siccome ho un mollusco anche curioso, invece di controllare la porta si distrae a guardare il paesaggio oltre le mura e non si accorge che sta entrando un nemico.
Oppure il nemico si avvicina travestito, sembra inoffensivo, e mentre il mio mollusco controlla la porta si mette a scavare sotto le mura.
Lui niente, non guarda, non vede più. E' occupato a controllare da un'altra parte e l'invasore è ormai sotto le mura.
Credo che il mio mollusco oltre quelle mura abbia difese molto scarse.
Quando il nemico è ormai dentro non fa danni, fa macelli.

E' anche brutto finire con un Boh...?

martedì, novembre 24, 2009

un po' di roba saldata assieme



22 settembre 1999

sabato, novembre 21, 2009

Esami, parte uno di un tot.

Quando presi 27 all'esame di fisica 1, era il secondo esame che davo alla prima sessione, pensai che fosse finita, che quello che era successo due anni prima fosse stato solo un incidente, un brutto incidente.
Fu l'unica volta che offrii da bere.
Quindici giorni dopo la verbalizzazione del voto, mi ricordo anche l'ora, erano le 11 e un quarto di mattina, ricevetti una telefonata da una che sosteneva di essere della segreteria del politecnico e mi diceva che l'esame era stato annullato e che dovevo rifarlo.
Non la mandai a cagare ma stetti allo scherzo e la salutai cortesemente.
Solo dopo mangiato, per scrupolo e forse anche per sapere se era stata l'amica di qualche compagno a farmi quello scherzo telefonai ad un compagno di corso.
Mi disse che era tutto vero.
Avevano cancellato due appelli di quel professore.
I rappresentanti degli studenti ci spiegarono che era in corso una guerra nel dipartimento di fisica e che noi studenti eravamo il campo di battaglia. Ci dissero che non potevano fare niente perchè i motivi della cancellazione erano del tutto formali. Gli esami devono essere tenuti da una commissione d'esami secondo un qualche regolamento che non conosco, ma era prassi che ogni esame lo facesse solo il professore, aiutato da qualche suo assistente, e poi farsi firmare il verbale da qualche collega in modo che la commissione dal nulla apparisse negli atti.
I nemici di quel professore si rifiutarono di firmare e i nemici erano tutto il resto del dipartimento.
Esame nullo.
Anche in seguito mai fatto esami davanti ad una commissione.

Non so cosa pensai in quei giorni ma mi convinsi, credo, che invece di Dio esistesse un Grande Stronzo che ce l'aveva con me.
Dopo questo scherzo e quello che mi era capitato due anni prima, da quel campo di una battaglia non mia non mi rialzai più.

Quel professore, indipendentemente dal voto che mi diede, non era un cattivo professore.
Il programma di meccanica e termodinamica lo fece completamente, curava personalmente le esercitazioni. Aveva le sue stranezze, si incazzava se qualcuno gli chiedeva se quella equazione non era più giusta col segno meno (o è giusta o non è giusta, lo so, ma torniamo al tempo in cui queste cose le stavamo imparando in cui le domande possono anche essere stupide ma servono a capire) e rispondeva che una volta fissato il verso del vettore il meno ci dice solo che il verso è quello opposto e lui il verso lo fissava sempre arbitrariamente e poi si regolava di conseguenza, che non siamo mica all'asilo dove il più e il meno servono solo per fare la somma e la sottrazione.
Una volta sola, durante il corso, ci disse che litigava spesso con i suoi colleghi perchè voleva aprire la biblioteca del dipartimento a tutti gli studenti e non solo ai laureandi; non capiva il perchè di questo e si chiedeva se non fosse la paura dei colleghi che gli studenti fregassero i portacenere il motivo di questa strana regola per cui in una università ci sia una biblioteca non frequentabile dagli studenti.
Ci parlava di quello che stava studiando sui film sottili, quelli di pochi strati atomici.
Odiava Zichichi e non perdeva occasione per dirlo:"E' una primadonna, la fisica si fa nei laboratori, non in televisione".

Professore universitario è una funzione pubblica, posso mettere il nome senza ledere la privacy, un po' come dire che sto leggendo un libro di Eco o di Azimov per esempio, perchè sono curioso di sapere che fece dopo che fu allontanato dal politecnico di Milano con quella scusa che danneggiò anche me.
In rete trovo solo pubblicazioni risalenti a metà anni '70, chissà che fece dopo?

L'ultima volta che lo vidi fu durante l'ultima assemblea con i rappresentanti degli studenti dove venne anche lui, il professor Carlo Reale, a dirci che non poteva fare nulla per farci riavere i nostri voti. Era più pallido del solito, camminava più curvo del solito ed aveva un'espressione apatica, tanto diversa da quella che aveva quando era in aula a spiegare.
Tenne il suo ultimo corso di fisica 1 al politecnico di Milano nell'anno accademico '82 -'83.
Se qualcuno che si trovasse a passare da queste parti avesse notizie su quel che fece dopo quell'anno e me le comunicasse avrà tutta la mia gratitudine, nulla di meno, nulla di più.

RAMMSTEIN - Amour

Gift.
Quello che in inglese è un dono in tedesco è veleno.
Curioso...


perversione



Foto mossa ad un cavalletto che serve per metterci su la macchina fotografica per non fare le foto mosse.

mercoledì, novembre 18, 2009

Azzardo




La legge dei grandi numeri funziona per cose che succedono da ora fino all'eternità.
Da qui all'eternità quante volte rosso e quante volte nero?

Se mi dite che dal più remoto passato fino ad ora è uscito sempre il nero dunque è più probabile che, per la legge dei grandi numeri (le leggi, mica c'è n'è solo una), esca il rosso, vi rispondo che la legge dei grandi numeri non c'entra una sega.

Dal passato più remoto fino ad ora lo strumento giusto si chiama probabilità condizionata.
Sapendo che sono successe date cose qual è la probabilità che succeda un'altra cosa?

Se si guarda al futuro, legge dei grandi numeri.
Se si guarda al passato, probabilità condizionata.

Domande diverse, strumenti diversi.


Boh...
Tanto i casinò saranno sempre pieni.
Però mi sono tolto un peso.
Se perdete i vostri soldi al casìnò, perchè prima o poi li perdete, io ve l'ho detto.

martedì, novembre 17, 2009

volo di gabbiani

lunedì, novembre 16, 2009

Imboscati

La prima volta che ebbi l'impressione che non me la raccontassero giusta fu in quinta elementare. Fu solo una impressione, non posso dire che imparai qualcosa o che ebbi un'illuminazione. Molto più banalmente quello che mi raccontavano a casa era diverso da quello che stavo ascoltando in classe.

Un mio nonno la Grande Guerra la fece al fronte ed in vari campi di prigionia. L'altro, di tre anni più giovane, fece il servizio militare, a guerra finita, andando a raccogliere i cadaveri e a ricomporre le salme per permetterne il riconoscimento ai parenti. Che per riconoscere un morto possa bastare guardargli i denti, perchè di riconoscible non si è trovato altro, lo so da quando ero bambino. I telefilm a plot autoptico che vanno di moda adesso per me non sono poi quella gran novità.

Ora, io potrei anche andare avanti a scrivere quello che sto scrivendo con una cura o uno stile da far invidia al più noto degli scrittori, curare il dettaglio della parola giusta che più giusta non si può o lasciarmi andare a uno stile lacrimevole che colpisca dritto al cuore.
Preferirei scriverlo con il culo.
Perchè la guerra puzza.
Questo avevo imparato dai racconti di chi viveva in quegli anni.
Non solo la guerra, ci fu anche la spagnola che colpì una popolazione già debilitata dalla povertà.
Povertà accresciuta dalla guerra.
Chi non rischiava la pelle al fronte rischiava di morire a casa.

"Abitava in quella via vicino al naviglio e le sue urla si sentivano fino in piazza. Quando fu chiaro che non sarebbe scampato disse che gli sarebbe piaciuto mangiare per una volta, prima di morire, del pane bianco. Mandarono uno a comprarlo dal panettiere ma quando ritornò era già morto. Lo rimandarono dal panettiere a riportare il pane e a farsi ridare indietro i soldi".
Mi raccontava mia nonna e anche questo:
"Non voleva saperne di andare in guerra mio fratello ma alla fine lo mandarono lo stesso. Per non andarci infilava l'ago con il cotone nel muscolo del braccio e tagliava il filo, lasciando il cotone a marcire all'interno del muscolo. Gli andava la febbre anche sopra i quaranta. Ha rischiato di morire di setticemia per non andare in guerra, a quel tempo gli antibiotici non c'erano ancora".

Mio nonno mi raccontava delle decimazioni e del pranzo del natale del '17 in un campo di prigionia a Norimberga. Andarono a cercare qualcosa da mangiare nelle pattumiere e trovarono solo bucce di patate. Fecero un brodo con quelle e le mangiarono.
Mi raccontava delle imposizioni stupide dei superiori in grado:
"Io ero sempre in prima linea perchè ero addetto all'avvistamento dei gas, ed era anche una fortuna perchè così non partecipavo agli attacchi. Quel giorno stavano bombardando, quando bombardano i gas non si possono usare perchè lo spostamento d'aria delle esplosioni li disperde e li rende dunque inutili, e allora io ho lasciato il posto per andare nelle retrovie a ripararmi e a riposarmi un po'. Tanto era inutile che rimanessi là. Quando il tenente mi vide mi puntò la pistola alla testa e mi urlò di tornare al mio posto. Potevo prendermi una cannonata in testa e morire per niente, ma proprio per niente".

Io ho la fotografia in testa di quel giorno che la maestra spiegava la Grande Guerra. Lei che cammina davanti ai finestroni dell'aula.
Silenzio in classe, le storie di guerra ai bambini piacciono.
Sorride e spiega. Trento e Trieste italiane. I ragazzi del '99. Caporetto ed il Piave.
Vivevo con gente che quegli anni li aveva vissuti. Già avevo sentito quelle storie. A ripensarci adesso era come se la storia incontrasse il presente. Quelle persone di cui la maestra parlava, quelli che c'erano nel '15-'18 li avrei incontrati poco dopo a casa. Sì, certo, più vecchi ma pur sempre loro. Non erano i Diaz o Cadorna ma a quei tempi c'erano anche loro.
Ero molto attento quando a tradimento usò quella parola.
Imboscati!
Come, che vuol dire?
"Oltre a questi uomini coraggiosi che facevano il proprio dovere e difendevano la patria"- non ho mai capito perchè la patria si difende sempre, anche quando si va a rompere i coglioni agli altri - "c'erano anche dei paurosi che per non andare a combattere si nascondevano, si chiamano, questi vigliacchi, imboscati".
Vigliacchi?
Imboscati?
Ma il fratello di mia nonna, di cui ho visto solo la foto sul marmo, era uno dei miei eroi. Arrivare a bucarsi il braccio per non fare quello che altri, e ripeto altri, ti vogliono far fare non è mica da tutti.
Anche mio nonno non aveva mai parlato in termini di eroismo della sua vita da soldato. Fame, sporcizia, qualche atto d'insubordinazione, di quello mi parlava.
Perchè la maestra parla di eroi e di vigliacchi?
Rimasi turbato.

Molti anni dopo lessi che la guerra non ha vincitori ma solo perdenti.
Non è vero.
La guerra ha vincitori, sempre.
Sono quelli, quegli altri, che mandano le maestre di scuola a raccontare ai bambini di imboscati e di eroi.
La maggior parte dei bambini ci crede.
Continuano a crederci anche quando diventano grandi.

domenica, novembre 15, 2009

Cosmocomunisti



Un bel piano quinquennalle esplorativo, che se l'esplorazione è lasciata al libero mercato delle esplorazioni poi la gente si perde per strada, e alla fine anche quei fascistoni dei Klingon sono entrati nella soyuza, ops... federazione volevo dire.

sabato, novembre 14, 2009

arma letale



Pulendo casa hanno ritrovato il mio vecchio tirasassi.
Sono commosso.

una email che ho appena spedito

Ho scaricato "kukushka" con i sottotitoli, bello.
Hanno doppiato il finlandese e le altre lingue sono sottotitolate.
C'è un altro film che mi è piaciuto: "ogni cosa è illuminata".
Forse questo l'hai già visto, è una produzione americana ed è già passato in televisione.
Ha anche degli spunti comici pur essendo un film drammatico.
Solo che la copia che ho trovato in rete non ha i sottotitoli per le parti in russo
ma solo un file di testo a parte con la traduzione e non c'è stato verso di fare apparire
questa traduzione come sottotitoli. Forse ci vorrà un lettore apposta.
Comunque bello anche questo film.
ciao

giovedì, novembre 12, 2009

Una rosa

lunedì, novembre 09, 2009

Il Carnizziere

"Andavo al cinema a vedere i film e studiavo i verbi".
"Perchè i verbi li studiavi"?
"Perchè i verbi reggono tutto il discorso, bisogna studiarli, impararli bene".

Così mi disse Carnizziere durante una passeggiata in un tardo pomeriggio d'agosto lungo la spiaggia di Latina quando gli chiesi come aveva fatto ad imparare il tedesco.
Carnizziere lo chiamavano così perchè, prima d'emigrare in Germania, aveva fatto il macellaio; conosceva il nome di tutti i pezzi carne e consigliava molto volentieri chiunque gli chiedesse consigli su quale taglio di carne fosse il meglio per preparare un certo piatto e come la carne dovesse essere tagliata.

Quello che mi incuriosiva di lui era il modo in cui parlava tedesco. Io tuttora non conosco il tedesco ma Carnizziere mi dava l'impressione di parlarlo, non so quanto correttamente, ma di sicuro fluentemente. Quando vedeva sulla spiaggia o nell'albergo delle famiglie tedesche trovava il modo di attaccare bottone e non l'ho mai visto ripetere frasi, o farsele ripetere, né ho visto espressioni interrogative o confuse sui volti dei suoi interlocutori.

Lavorava in trasferta alla centrale di Latina. Quell'anno le vacanze estive le passai in quel posto perchè anche mio padre lavorava lì. In poco più di un mese ebbi modo di conoscerlo un po'.

Comprava e leggeva Cronaca Vera. Una mattina mi misi a sfogliare quella rivista e rimasi quasi schifato da un giornale così di merda. Quando mi vide che stavo leggendo mi si avvicinò e mi disse:
"Leggi, leggi. Su questo giornale c'è scritta veramente la verità".
Abbozzai un sorriso.
Era un'accozzaglia di racconti di tradimenti tra moglie e marito, accoltellamenti, spari, ritrovamenti macabri. Lo lessi ancora per qualche minuto e poi me ne andai chiedendomi come si potesse buttare i propri soldi per cose così idiote.

Qualche giorno dopo seppi che il Carnizziere era stato in galera. Condannato perchè aveva sorpreso la moglie con l'amante e l'aveva accoltellata. Per essere precisi mi dissero che le aveva tagliato le orecchie. In prigione non ci stette molto perchè quando successe il fatto in Italia c'era ancora l'attenuante del delitto d'onore.
Non so quanto di vero ci sia nei particolari che mi raccontarono ma fatto sta che i figli furono affidati a lui. Non avendo nessuno che li curasse dovette portarli in un istituto, i martinitt di Milano. Proprio per permettersi di pagare la retta dell'istituto cercava sempre di andare a lavorare in trasferta e accettava qualsiasi mansione. Era molto orgoglioso dei suoi figli e quando mi diceva che suonavano nella banda di quell'istituto gli s'illuminava lo sguardo.

Una sera venne con me e la mia famiglia a mangiare in un paese all'interno, dove sgorgava dell'acqua sulfurea. Mentre stavamo mangiando si mise a raccontare un fatto che gli era capitato in Germania.
Un processo per percosse.
Non mi ricordo i fatti ma solo il finale del suo racconto perchè un po' mi scioccò:
"...a quell'ebreo gliele ho date ma mi hanno assolto. Al giudice, in aula, quando finì di leggere la sentenza gli ho detto in tedesco, c'era un traduttore ma il tedesco già lo parlavo, che se fosse stato al potere ancora qualche anno di quelli non ce ne sarebbe più neanche uno. Il giudice ha fatto finta di non capire ma mi ha sorriso".
Momenti di gelo. Mia madre o mio padre cambiarono discorso.

Una sera, mentre ero seduto da solo sulle scale che portano alla spiaggia, indeciso se andare o non andare da quella ragazza che era seduta più in là, il Carnizziere mi passò accanto e senza che dicessi nulla mi chiese:
"Perchè non vai da Nancy, è là da sola"?
Ancora prima che potessi snocciolare metà della prima giustificazione tra quelle che si usano quando non si vuole ammettere, soprattutto davanti ad altri, di aver vergogna, giustificazioni come ho sonno, ho mal di testa, ho digerito male, ho un'unghia incarnita, sono sotto tiro e se mi muovo mi sparano, mi prese di peso e mi depositò di fianco a lei. Mi depositò lì e basta, non disse nulla. Depositò il pacco e se ne andò.
Bella mossa!

Io non lo so chi sia quest'uomo, un violento, un padre affettuoso, un razzista, un gran lavoratore, uno sbruffone...Non lo so.
So solo che del fatto che parlasse tedesco non avendo finito nemmeno le elementari, mentre io addirittura arrancavo con quella forma dialettale del milanese che chiamano francese, avevo una gran invidia.

Idee e Watt

Tutti devono avere la libertà di dire ciò che pensano.
Ma non è mica lì il problema.
Il problema è il megafono.
Non tutti ce l'hanno.
Qualcuno ce l'ha.

sabato, novembre 07, 2009

Non solo Parigi è sempre Parigi.



Anche Vienna resta Vienna.

venerdì, novembre 06, 2009

mercoledì, novembre 04, 2009

Centro Addestramento Reclute


La maestra mi ha insegnato a leggere, scrivere e far di conto, nulla da dire.

Alla maestra, nonostante io abbia iniziato la scuola il primo ottobre 1968, del metodo Montessori non fotteva una sega e picchiava. Solo con le mani però. Io in cinque anni ho preso solo uno scappellotto sulla nuca ma mi rintrona ancora la testa.

La maestra ci ha insegnato a marciare. Segnare il passo, avanti marsch, per fila sinist, sinist, alt, dietro front, attenti , riposo, non diceva rompete le righe. O forse sì. Mi manca il presentat arm, questo è sicuro.
Forse non ho fatto il militare non tanto per i piedi piatti ma perchè sapevano che ero già stato istruito.
Quando vedo i documentari sulla scuola fascista degli anni '30, quelli con i bambini che marciano, di diverso da quello che ho fatto io c'è solo il passo. Il passo dell'oca non ce l'ha mai fatto fare.

La maestra decorava i meritevoli che erano tenuti ad esibire la decorazione appuntata sul petto. Io ero decorato al valor della lettura, nastro bianco a pois rossi, un fiocco spillato sul grembiule bianco all'altezza del cuore.

La maestra ha degradato un mio compagno di classe, nel senso militaresco di strappare i gradi.
Andavano di moda nei primi anni '70 delle specie di figurine in raso con stampati gradi e decorazioni, avevano molto successo tra i fanciulli e gli adolescenti del tempo.
Un giorno, mentre stavamo indossando i cappotti prima di uscire, la maestra vide una macchia gialla su quello di un alunno. Le si avvicinò e cominciò ad urlare:
"Ma cos'è questo? Una medaglia al valore? Per di più d'oro"!
C'era scritto una cosa del tipo medaglia d'oro al valor militare, nient'altro.
"Queste decorazioni non si portano per gioco. Queste medaglie sono onorificenze che degli eroi hanno meritato perchè hanno donato sè stessi alla patria. Anche la propria vita. Cosa hai fatto tu per meritarla"?
Gli strappò la medaglietta in raso e, tanto che c'era, anche i gradi sulla manica. Le medaglie non erano tanto facili da trovare in quelle bustine. Quel bambino ci rimase proprio male.
Da quel giorno ci fu proibito indossare indumenti con attaccati quegli adesivi.
Dovevamo presentarci, puliti e in ordine, solo con la divisa. Grembiule bianco e fiocco azzurro.

E' suonata la campanella. E' ora d'uscire.
Mettetevi in fila.
Segnare il passo.
Avanti, marsch.
Uno, due, uno, due...

Mi ha ridotto lo stipendio :-(

Umen'shenie Zarplaty / Salary Decrease

K sozhaleniu, mne opyat' prehoditsa ponizhat' zarplaty, seichas i, po vsei veroyatnosti, v blizhaishem budushe. Kak vsegda, ya budu prodolzhat' starat'sya platit' bol'she chem ostal'nye firmy. Esli vy ne vsegda rabotaete s wellnessom vyshe 95, i eto ne k mnogim otnosetsya, proshu podnyat' svoi wellness i pomoch' kompanii. Spasibo za ponemaniya.

Unfortunately, I have to again decrease salaries, both right now and probably in the near future. As always, I will continue trying to pay more than the other companies. If you do not always work with a wellness greater than 95 (and this is not many people), please raise your wellness and help the company. Thank you for your understanding.


Tanto che c'era poteva scrivermelo in cirillico però!

Così faccio anche più fatica a leggerlo, oltre a non capire praticamente nulla del russo.

Gli rispondo: ia ponemaniu, korosho / i understand, well.


Si tratta di un gioco online, Erepublik, noiosissimo, grafica assente.
Ci gioco perchè trovo che sia una buona simulazione dei mercati con un insieme ridotto di contendenti, dicono circa 200.000 giocatori ma quelli attivi non credo che siano più di qualche decina di migliaia. La parte politica assieme a tutte le altre opportunità che questo gioco offre non le guardo quasi per niente. Non mi posso permettere un impiego di tempo troppo alto e la parte sociale non mi interessa.
Lavoro in russia perchè al momento è lo stato con la moneta più forte che paga gli stipendi più alti e posseggo tre compagnie, in Italia, Russia e Giappone, con le quali faccio il capitalista bastardo. Quando si presenta l'occasione opero sul mercato monetario. Lì la politica, le guerre e la forza economica di uno stato hanno la loro importanza, come nel mondo reale. Le variazioni sono più rapide che nel mondo reale essendoci meno investitori.
Si può andare dappertutto senza passaporto, basta avere i soldi per spostarsi.

martedì, novembre 03, 2009

Gli omini verdi

Ma Borghezio si interessa agli U.F.O. perché sono extracomunitari e potenzialmente immigrati clandestini?

Chi volesse saperne di più faccia una ricerca in rete - Borghezio ufo - perchè io video o foto del tizio sul mio blog non ce le metto.
Non per la politica, solo per estetica.

lunedì, novembre 02, 2009

Un risveglio


Trovammo quello spiazzo, con un praticello in mezzo e circondato da un bosco, quando era già suonata la mezzanotte, lungo una stradina da qualche parte nel centro della Francia.
Dopo tre giorni a Londra in cui mangiammo solo da Pizza Hut, perché aveva dei cessi accettabili, e dormimmo in macchina in un parcheggio della periferia avevamo bisogno di fare una notte lunghi e distesi, srotolammo i sacchi a pelo e ci addormentammo guardando il cielo stellato.
All'alba aprii gli occhi e, a circa un paio di metri dalla mia faccia, c'erano gli occhi scuri di una lepre che mi stavano fissando.
Dopo qualche momento corse a nascondersi nel bosco.

Honni soit qui mal y pense



Prima pagina dell'inserto di economia del corriere della sera di oggi.

Sarà che questa notte l'ho dormita stamattina e mi rendo conto che è un bel culo averlo potuto fare...
Sempre pensato che la finanza sia pericolosa ma non seria.

domenica, novembre 01, 2009

Smoke on the water



Se non fosse stato che i miei cugini di Milano, cittadini dunque più vicini alle correnti del mondo e più vecchi di me, misero Made in Japan sul giradischi - poi fu promosso a stereo ma allora si chiamava ancora giradischi - e sentii una chitarra ad alto volume con un timbro strano che diceva:
"


".
Io forse sarei qui ad ascoltare Orietta Berti e Claudio Villa e basta.