..................................................................................................

_________________________________________________________________










mercoledì, novembre 27, 2013

Non è successo niente

Non piove, né qui né a Roma, ma mi è venuta in mente "ciao ciao bambina".
[Dedicato al Sen. Bondi Sandro]


domenica, novembre 24, 2013

Perchè mi cancello in pochi secondi da certi siti web. Un esempio.

In uno dei 2 siti a tema sadomaso che frequentavo questa notte è successo questo.
Fra le varie oppurtunità che offre, questo sito, c'è quella di scrivere brevi testi, qualche carattere in più di un SMS, e inserire foto o video. Viene usato per condividere battute, stati d'animo, anche solo per scrivere ciao. Tutto quello che si scrive in quel sito per adulti è visibile solo previa registrazione: basta una email, ma è comunque un passo in più rispetto alla semplice autocertificazione di essere maggiorenne fatta premendo un tasto sul video. Come protezione della privacy non lo trovo male.
Ieri notte prima di coricarmi,  spinto dalla lettura di un po' di questi brevi scritti, e dalla visione delle immagini ad essi associati, per la maggior parte filmati presi da youtube tra cui anche qualcuno di musica operistica, scritti poco prima da insonni come me, volutamente e stronzamente ho scritto il seguente testo accompagnato dal video che inserisco anche qui. Non sono le parole esatte, vado a memoria.

ninna nanna horror

Ascoltate bene il testo. 
Le cosce di pollo si mangiano. 
E' la mamma che ha ucciso il bambino e, adesso che è nella bara tra i fiori e ricoperto di tulle, lo vuole mangiare.
Stanotte incubi! :( 







Entro 45 secondi da quando l'ho inserito in quel sito mi appare un commento e mi arriva sia un messaggio privato che una email che copioincollo qui sotto nascondendo il nome di quel sito:

XXXXXX non consente affermazioni, frasi o allusioni che in qualunque modo, anche figurato, incitino alla violenza, perché non le condivide e non intende assumersene la responsabilità.
Lo Staff di XXXXXX.org


Notare che "incitino alla violenza" in neretto non l'ho messo io, mi è arrivato proprio così. 
Poi...puff...quello che ho scritto sparisce dal video, dal sito, dal mondo.
Al che rispondo, dopo aver spalancato gli occhi e aperto la bocca per la sorpresa:

vabbè...ciao.
a certi livelli di ridicolo non riesce ad arrivarci nemmeno facebook.


Invio il messaggio e, senza pensarci 2 volte mi cancello dal sito.
Essere moderato da bimbimikia è un motivo sufficiente per andarsene, anche senza salutare.
Non discuto la stronzaggine di quello che ho scritto, in un sito per adulti comunque, ma se avessi messo la favola di Pollicino mi accusavano di "incitamento all'abbandono infantile"?

Il tutto alle 2 di notte.

sabato, novembre 23, 2013

Sulla crescita del PIL dello stato italiano.



Ci stan talmente scoglionando, politici, imprenditori, comici, clienti, puttane, economisti, presidenti e tutti i parenti, che la crescita dell'Italia sarà provocata dall'esportazione di castrati veri.

venerdì, novembre 22, 2013

Webwebwebwebweb!!!

Lo scrivo qui e solo qui.

L'idea del testo che precede questo scritto mi è venuta leggendo un po' di cose sul sito grigio a tema bdsm e altro, in effetti si definisce come sito kinky.
Leggere decine di nick con nomi giapponesi, discussioni su pratiche fisiche ed emozionali che non si raccontano alla mamma, visioni di fotografie, alcune bellissime altre che, citando dei commenti non miei là scritti, superano la frontiera del sadomaso per entrare in quella della psichiatria, la frequente citazione del titolo di un noto e recente libro che dovrebbe parlare di bdsm mi hanno fatto balenare in testa la stupidissima domanda: "ma che cosa succederebbe se mettessi insieme 101 storie zen (che ho letto) con 50 sfumature di grigio (che non ho letto)?"
Ho cominciato a scriverlo alcune settimane fa e, con frequenti e lunghe interruzioni, l'ho terminato ieri notte.
Nel frattempo mi ero cancellato dal sito grigio internazionale, reiscritto con altro nick ( le ragioni di questo comportamento non sono complesse, fondamentalmente mi andava di fare così perchè mi ero stufato di essere ignorato dai più, cancellandomi si cancella tutto quello che avevo scritto in un colpo solo) e ho ricontattato, col nick nuovo, le pochissime persone con cui ho avuto scambi interessanti e divertenti.
Una di queste persone mi ha chiesto se non ero iscritto ad altri siti, italiani questi, che trattano questo tema. Li conoscevo di nome ma, siccome per esser accessibili richiedono una registrazione, non li ho mai frequentati. Il fatto che me l'ha chiesto mi ha dato la spinta necessaria per iscrivermi a uno di questi.
In questo sito c'è un'area, si chiama Taccuini, in cui si scrive un po' di tutto, anche racconti non necessariamente sadomaso, erotici, sex drug & rock'n'roll: si potrebbe anche scrivere solo la lista della spesa (e francamente sarebbe più interessante dei vari "schiavetta mia, slave adorata, ti bacio in fronte e sculaccio il popò, se ti fa male anche le chiappe poi di baci le ricoprirò...", BLEAH!!!)
Per questa ragione dopo pranzo ho inserito anche in quel sito il testo, che mi pare evidente essere umoristico.
Sui Taccuini sono ammessi i commenti. Tutto potevo immaginarmi, se ci si  presenta in pubblico le critiche, positive come negative, fanno parte del gioco a cui hai scelto di partecipare presentando quello che hai scritto. Ma che altri, non io, che me ne sto zitto a leggere quello che scrivono, si mettessero a litigare su un testo del genere non me lo sarei mai aspettato. :-)
C'è uno, ed è una bella carezza al mio ego artistico, che commenta come se avessi scritto un "pezzo da letteratura", per di più motivando. Ha capito alcune trovate e scrive che "la difficoltà formale di questo scritto è altissima". Lo ringrazio, non so quanto sia difficile ma quello che ho scritto era voluto da me, a lui è arrivato.
Un'altra invece mi ha marchiato come bestemmiatore dello zen e arriva a far notare ad un altro utente che le 3 righe finali non sono un haiku, perchè lei è 25 anni che legge zen. Stikazzi!
In effetti non è un haiku, è la caricatura di un haiku.
E i due sono andati avanti per ore a litigare: "E non puoi criticarlo così" "E critico chi mi pare" "E se non ti piace non ti piace ma devi riconoscere l'abilità" "E' solo una canzonatura di scritti zen mal riuscita" ecc.ecc.
Grazie a te, anche se ti sei fermata alla parola zen nel titolo.
Mi è addirittura arrivato un messaggio privato di un altro tizio che mi invitava a non prendermela e a "puntare in alto".
E chi se la prende!
Non rispondo in pubblico, solo ai messaggi privati per cortesia, ma mi sono divertito sooooooooo much!!!
Che posto da matti il web, oggi per me è stato un posto da matti simpatici.

:-)

Un po' di sfumature di un certo numero di storie zen.





Il samurai avanzava lento completamente bagnato dalla pioggia che ininterrottamente cadeva su quella terra intrisa del sangue dei suoi onorevoli colleghi che come lui avevano difeso l'onore e la vita dello shogun nella battaglia appena terminata quando una volpe rossa uscì dal bosco e giunta davanti a lui così gli parlò:
"Nella vita di un samurai non esistono virgole ma solo punti. Una virgola è la spada riposta nel fodero invece che orgogliosamente svettante sopra la testa del guerriero pronta a colpire . Una virgola è la verga virile che pende moscia dal pube del guerriero invece che orgogliosamente svettante pronta a penetrare.
La vita del guerriero è segnata solo da punti. Lo sprezzo del pericolo. La fedeltà. L'onore.”
Sorpreso dalla volpe parlante al samurai ci volle qualche istante prima di riuscire a proferire parola.
Con un'espressione del volto reverente e voce ferma replicò a quel magico animale:
“Onorevole volpe rossa che hai incrociato il mio cammino in questa giornata sanguinosa portandomi le sagge parole dei kami per ricordarmi i doveri del guerriero, io ti ringrazio.”
La volpe ringhiò mostrando i denti al samurai e con voce roca così l'apostrofò:
“Hai usato una virgola. Il tuo onore è macchiato.”
L'uomo lanciò un urlo disperato, estrasse la spada dal fodero, la conficcò nel terreno e si liberò dell'armatura e di tutte le stoffe che indossava, restando completamente nudo. Riprese la spada e con questa si tagliò tutti i suoi attributi virili lasciandoli cadere a terra. Poi lanciò la spada lontano da lui.
La volpe andò a prendere la spada. Tenendo questa in bocca tornò nel bosco da dove era venuta, mentre colui che fu un valoroso samurai s'incamminò fino a scomparire nella nebbia.
Fu vista, molti anni dopo, nella scuola per geisha di Edo.
Aveva servito come cortigiana diversi signori e, quando l'età l'aveva obbligata a cessare con l'intrattenimento di questi nobili padroni, diventò insegnante in quell'istituto di formazione fino a ricoprire il ruolo di direttrice.
Doveva tenere il discorso alle neodiplomate, le sue prime parole furono:
“Se non troverete il vostro destino sarà il vostro destino a travarvi...scusate...volevo dire trovarvi”.
A quel tempo Freud non era ancora nato e, nonostante il lapsus, l'anziana geisha aveva un'espressione del volto felice.
La volpe rossa, grazie al commercio di spade usate, diventò il più ricco mercante d'armi di tutto il Giappone.



***
[Il foglio su cui fu scritta questa storia, un foglio di carta di riso scritto con caratteri in bella calligrafia, è stato usato dal maestro durante una sessione di fireplay per depilare il pube di una delle sue serve. Questa storia è definitivamente perduta.]
***

L'aspirante allievo si prostrò ai piedi del famoso sensei e lo implorò:
“Grande maestro, la tua fama è giunta fino al lontano villaggio sulle montagne da cui provengo. Sono qui, inginocchiato ai tuoi piedi, per pregarti di essere la mia guida. Io ti supplico, magnifico sensei, di prendermi come tuo allievo e...”
Il grande maestro con un imperioso cenno della mano zittì il giovane e si alzò in piedi. Sciolse l'obi e aprì, con un movimento tanto elegante quanto deciso, il modesto yukata che lo vestiva. Mostrò così il pube allo sguardo attonito del giovane questuante.
Sorpreso dal comportamento del maestro il giovane rimase immobile e a bocca aperta a fissare la verga del sant'uomo, a poche spanne dalla sua faccia. Vide così questa ergersi, gonfiarsi fino a diventare turgida e con il glande colorato d'un rosso simile a quello della brace.
Dopo un po' il maestro ruppe il silenzio, emise il kiai, un kiai forte, gutturale e profondo e, mentre gridava, dei potenti schizzi di sperma colpirono la faccia ed entrarono nella bocca dell'aspirante discepolo. Un po' per il timore e un po' per la sorpresa il giovane deglutì.
Il maestro allora parlò:
“Quando avrai compreso qual è l'orgasmo di una sega senza mani torna, sarai pronto per ricevere i miei insegnamenti. Ora vattene!”
Il giovane, sempre inginocchiato, indietreggiò di qualche passo, poi si alzò e corse via, piangendo disperato.
Con la faccia rigata dalle lacrime mischiate al seme del vecchio maestro fu visto arrampicarsi sul monte Fuji mentre ripeteva ossessivamente, come fosse un mantra, queste parole:
“Chi fa da sè fa per tre, se lo fa senza mani è più potente di un re”.
Non ebbe più il coraggio di tornare dal grande sensei e visse la vita che gli restava con l'amaro in bocca per non essere riuscito a trovare la risposta alla sua domanda.
Una vita amara, come solo può essere quella di un allievo senza guida.
Amara come lo sperma del grande e irraggiungibile maestro.


***

Il contadino frusta la sua compagna con steli di riso maturo,
le rane cantano sul bordo dello stagno.
Una lucertola blu.





mercoledì, novembre 20, 2013

Riparare

 Tra le cose di cui non avevo mai sentito parlare e che ho scoperto che esistono durante il mio sempre più raro girovagare nel web c'è questa:





Il kintsugi (金継ぎ), o kintsukuroi (金繕い), letteralmente "riparare con l'oro", è una pratica giapponese che consiste nell'utilizzo di oro o argento liquido o lacca con polvere d'oro per la riparazione di oggetti in ceramica (in genere vasellame), usando il prezioso metallo per saldare assieme i frammenti. La tecnica permette di ottenere degli oggetti preziosi sia dal punto di vista economico (per via della presenza di metalli preziosi) sia da quello artistico: ogni ceramica riparata presenta un diverso intreccio di linee dorate unico ed ovviamente irripetibile per via della casualità con cui la ceramica può frantumarsi. La pratica nasce dall'idea che dall'imperfezione e da una ferita possa nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica e interiore.
 (da wikipedia).

La prima cosa che mi è saltata in mente, quando ho scoperto questa pratica, è stato un discorso che ho ascoltato in second life, ormai qualche anno fa, in cui qualcuno sosteneva che quando si rompe una tazzina va buttata via e non incollata, perchè anche se è stata rimessa assieme è comunque una cosa rotta.
Io sono un riparatore, guardo alla funzione, non all'apparenza. Se una tazzina può funzionare ancora la incollo.
E' anche una questione brutalmente economica: mi è stato insegnato che non si butta via nulla e lo ritengo giusto, senza arrivare all'eccesso patologico di tenere tutto l'inutilizzabile, ché quello che non serve oggi potrebbe servire domani. Sono, come tutti, limitato dallo spazio a disposizione. Se avessi a disposizione uno spazio illimitato terrei tutto. Una scatola per i piatti rotti, una per le piastrelle scheggiate, un'altra per i pezzi di vetro e così via per ogni genere di oggetto.
Ma quando mi capita di incollare una tazzina, non capita di frequente, sto bene attento a nascondere il più possibile la linea di frattura.

In questa pratica giapponese è diverso, si esalta l'unicità della frattura mettendola in evidenza.

La seconda cosa a cui ho pensato è stata una frase che si dice venga dal codice dei samurai, il  bushido - ma per quel che ne so potrebbe venire anche da un qualsiasi filmaccio di arti marziali - che dice che un guerriero si riconosce dalle sue ferite.

Mi piace l'idea che l'unicità di ognuno di noi sia data dalle proprie cicatrici e che sia bello mostrarle, perchè loro, le cicatrici, siamo noi.


lunedì, novembre 18, 2013

Ferrovia-democrazia

Democrazia diretta, democrazia espressa o democrazia locale, l'importante è che ci sia il vagone ristorante.

Foto, corde e paglia di Vienna

Tanto per capirmi, io guardo fotografie. Stop.
Che certe foto di shibari/kinbaku le trovi meno attraenti di una sedia in paglia di Vienna è un gusto mio. Comunque metto una foto di un intreccio in paglia di Vienna per dare un'idea di ciò di cui sto scrivendo.



Perchè poi si trova quello che, tira tira l'idea, arriva a far i vestiti in corda, come si può vedere dalla foto e dal video. E qui con lo shibari/kinbaku mi sembra evidente che siano 2 cose diverse.
Erotiche???
Il fatto è che a vedere queste creazioni io riesco solo a pensare che con i ferri da maglia e l'uncinetto era più brava mia nonna.



Cabaret Rouge - Totem - Nancy - 29/09/12 from Fred Kyrel on Vimeo.

domenica, novembre 17, 2013

Monitor

Monitor, monitor delle mie brame, chi è l'internauta più figo di tutta la rete?

sabato, novembre 09, 2013

Una foto e alcune considerazioni sparse - "Falling Angel in S.Marco square".



Io sono uno di quelli che quando guarda un quadro, nel momento stesso in cui pensa che dovrebbe fare un passo indietro per poter apprezzare l'insieme dell'opera, sta facendo un passo avanti per vedere meglio com'è stato costruito un particolare, com'è stata data una pennellata o, addirittura, com'è stato dato il fondo sulla tela, senza avere una particolare conoscenza tecnica per poter giudicare, né tantomeno criticare, l'operato dell'artista.
Anche quando guardo un panorama finisce che mi soffermo su un particolare invece che perdermi nella contemplazione estatica dello spazio. Ma elaborando quel particolare, qualche volta, riesco ad osservare un  panorama diverso.

Lo shibari, o il kinbaku, è una tecnica, un'arte, una pratica, non saprei bene come definirla senza seguire un cliché o una definizione precotta di cui preferisco fare a meno. Per far questo non è difficile fare qualche ricerca in internet e si trova tutto il necessario.
E', in soldoni, l'arte del legare, l'evoluzione di una tecnica militare giapponese. Chiamarla arte marziale, da ex karateka (sono arrivato solo alla cintura blu, mi sono fatto male alla caviglia pochi giorni prima dell'esame per la marrone praticando uno sport stupido, pericoloso e violento, il calcio, e ho smesso) lo trovo eccessivo.
E' molto conosciuta tra gli appassionati del bondage, che per l'appunto si occupano di immobilizzare senza per questo limitarsi alle corde, e dunque trova la sua attuale e più ampia collocazione nelle varie comunità bdsm.
Un passo avanti nella scala di difficoltà d'esecuzione dello shibari è la sospensione. Il soggetto che subisce la legatura viene appeso, con il criterio di non procurargli danni di nessun genere, nonostante non si possa annullare il rischio che questo accada.

Io non sono un appassionato dello shibari, per di più non l'ho mai visto eseguire dal vero, dunque mi fermo con le spiegazioni sperando di aver dato un'idea corretta, seppur grossolana, di cosa significhi questa parola e passo a considerazioni che sono del tutto personali.

Nei siti bdsm che frequento, uno grigio in particolare, è facile trovare centinaia di fotografie di modelle, o semplicemente ragazze, legate in una maniera più o meno armoniosa.
Alcune foto le trovo molto belle, altre solo di maniera, un'esibizione di bravura in cui non si vede nient'altro che la tecnica, sia del legare che del fotografare, altre ancora tanto brutte, seppure con legature complicatissime, da rendere più attraente e anche erotica una sedia in paglia di Vienna.

Poi capita d'imbattersi nella foto che ti colpisce al primo sguardo.
E la guardi e la riguardi perchè non capisci come mai ti piaccia tanto.
E' questa foto qui sotto.



E' stata scattata da un fotografo professionista, il padovano Alberto Lisi, in arte Hikari Kesho. La mania degli adepti di shibari di darsi nomi giapponesi la trovo stucchevole, ma tant'è. E' un gruppo chiuso all'interno di un gruppo blindato, com'è quello di chi pratica bdsm, e hanno sviluppato un loro gergo infarcito di termini giapponesi.
Qualcuno, come questo fotografo, ogni tanto esce dall'ombra. Non avrebbe motivo di non farlo, tutto si può dire di questo genere di foto tranne che siano perverse o offensive di non so quale moralità, ma il mondo è pieno di gente strana e non si può mai sapere. Il bacchettone difensore di non saprei quale ordine costituito si nasconde sempre dietro un angolo pronto a punire la bellezza che non sa, o non può, cogliere.
La modella, si riesce a sapere solo il nome d'arte, si chiama Kristel. Il fatto che non sia un nome giapponese la rende anche simpatica oltre che bella.
La foto mi è piaciuta dal primo momento che l'ho vista, poi la mia mente analitica si è messa in moto:
"Piazza San Marco con una modella nuda... ci deve essere tanto, ma tanto di photoshop che magari ingrandendola ci si rende conto che è un fotomontaggio. Un bel fotomontaggio ma pur sempre un fotomontaggio come se ne trovano tanti in rete."
Sul sito dell'artista c'è il filmato che inserisco qui sotto, me ne sono accorto da pochi giorni della sua esistenza, che fuga il mio dubbio.
E' uno scatto singolo e non due abilmente sovrapposti.

"Falling Angel in S.Marco square" from Hikari Kesho on Vimeo.

Si potrebbe pensare che ogni foto con una bella ragazza in uno dei più bei scenari del mondo, anche se non tecnicamente perfetta, magari pure un po' mossa e con le luci messe a caso, sia una bella foto.
In parte credo che sia vero, ma qui c'è di più.

Il campo visivo tanto ampio da riuscire a far apprezzare sia lo sfondo che il soggetto, senza privilegiare né l'uno né l'altro e rinunciando all'ossessione di far vedere quanto sono stati fatti bene i nodi e simmetricamente tirate le corde.
La cura nei colori. Corda, capelli, labbra e anche le unghie sono dello stesso rosso.
La bravura della modella (c'è tanto di suo nella posa) nel tenere una posizione plastica e nello stesso tempo lasciarsi andare alla gravità.
Una preparazione da studio per uno scatto all'aperto in condizioni tutt'altro che ideali.
Mettiamoci anche il piacere di sapere che è "una foto rubata". Scattata senza permessi e a rischio di denuncia. Il sapere questo, oltre alla sorpesa estetica che ho provato il primo momento, mi fa anche pensare che questa foto racconti una storia.

Un'ultima cosa per spiegare a me stesso perchè quest'opera mi piace tanto. Potrebbe sembrare una battutaccia ma, se letta nella dovuta maniera, è un gran complimento.
Questa foto riesce a far diventare eccezionale il più banale degli stereotipi del fotografo della domenica, l'archetipo del presupposto artistico del turista fotografo compulsivo: la foto del lampione.

Sicuro che ognuno continuerà a vedere quello che riesce e vuole vedere, stufo di chi mi vuole convincere che il sorriso della Gioconda sia misterioso, quando io lo trovo solo inespressivo, così ho scritto.


I link ai siti dell'artista:
http://www.albertolisi.com/about.php
http://www.hikarikesho.com/

giovedì, novembre 07, 2013

Da farsi mandare in galera!!!

C'era una volta in America è uno dei film che preferisco. Forse, considerando storia, fotografia, musica e ogni particolarità che possa venire in mente è il film che preferisco. Ogni volta che lo trasmettono ne guardo almeno qualche pezzo e ogni tanto me lo rivedo tutto. Se dovessi diventare ricchissimo (non succederà) affitterei la miglior sala cimematografica per poterlo vedere al cinema nella migliori condizioni possibili.
E poi, se l'uscita fosse come quella che capita a Noodles/De Niro, mi farei veramente mettere in prigione!


martedì, novembre 05, 2013

Giornata di pulizia web

Nel web le pulizie, mi capita di farle molto di rado, sono molto rapide nel mio caso. Mi disiscrivo dal sito e morta lì, con alcune eccezioni.

Le ragioni di queste pulizie sono varie, provo ad elencarle:

1)  Mi sono rotto le palle e vorrei evitare di rompermele ancora.
2)  Mi ero scelto un nickname anonimo, ma tanto anonimo, che non mi   riconoscevo nemmeno io.
3)  Manifesta inutilità del sito, meglio cancellare comunque piuttosto che lasciare anche solo una infinitesima parte di me alla deriva nel web.
4)  Mi gira di fare così.
5)  Varie ragioni personali.
6)  Varie ed eventuali.

Nel caso del sito porno per esempio la ragione - la copioncollo da là prima di cancellarmi definitivamente - è la seguente:

Profili appartenenti a persone o coppie di vari generi che si dichiarano italiani collegati alle ore 16:00 di martedì 3 settembre 2013:
Uomini...............661
Donne..................30
Lesbiche................0
Gay........................5
Trans...................13
Coppie.................36
Coppie lesbiche.....0
Coppie gay............0
Coppie trans.........0

Se poi si considera il fatto che ci sono mica pochi fake di maschi che si presentano come donne credo che possiate ben capire come mai un maschio eterosessuale si trovi facilmente annoiato.
Mettiamoci anche quelle che spariscono da un giorno all'altro e la noia sale ancor di più.
Aggiungo poi la nota personale che tra le donne collegate in questo momento ci sono un/una bimbominkia già sgamato e una signora insensata e piena di sè, purtroppo una delle poche con cui ho avuto scambi di messaggi, e credo che possiate capire come mai il qui scrivente maschio eterosessuale sia estremamente annoiato.

Ringrazio le pochissime e i pochissimi con cui ho avuto degli scambi corretti e anche divertenti, chiudo la pagina di XXX e torno al lavoro: è incomparabilmente più divertente!

:-)



Come potete constatare dai numeri la mia è una ragione anche quantitativamente giustificata. A scanso d'equivoci la signora insensata e piena di sé l'avevo giudicata in questo modo solo per il suo comportamento "altalenante" con me durante qualche chat e non perchè non me la volesse dare. Neanche c'era gioco con lei del resto.

Per un altro paio di siti a tema credo invece che ritornerò, giusto per esserci, con un nick più umano. Non so se utilizzare quello di second life, mi ci sono un po' affezionato col tempo a quel nome, o un altro. Vedrò...

Non è tutto andato male.
Il sito a tema grigio (lo chiamo così perchè ha uno sfondo di qualche tonalità di grigio, meno di 50, che in questo periodo di congiuntivite era un riposa-vista mica da ridere)  nonostante una chiusura ai nuovi comprensibile ma antipaticissima, per cui non vieni cagato nemmeno nel cazzeggio, mi ha fatto trovare qualcosa di bello.
A una di queste cose dedicherò il prossimo scritto, con l'altra terminerò questo.

Il sito a tema grigio ho cercato di frequentarlo attivamente solo per la parte italiana. Per quella francese e inglese solo leggendo (in inglese quasi leggendo, lo conosco veramente poco).
Ha una struttura tipo quella di facebook, cosa che costringe a cercare "amici" perchè abbia qualche senso l'iscrizione.
Non è completamente gratuito e la parte visibile agli utenti non paganti non è eccessivamente limitata. Non si possono guardare i video ma non è lo scopo principale del sito quello dei video.
La parte italiana è, come ho già detto, estremamente chiusa. Un po' perchè alcuni, da quel che ho capito, si conoscono di persona o perchè nel corso degli anni si sono formate delle cerchie di amici. 
Mi rendo conto di essere l'ultimo arrivato ma questa chiusura arriva a coinvolgere una caratteristica di questo sito che facebook non ha. I gruppi.
Anche nei gruppi, se non appartieni a qualche cerchia, arrivi a pensare di essere quasi invisibile.
Anche se t'invitano a presentarti, ed io l'ho fatto in diversi, nessuno risponde. Peggio di second life dove almeno si condivide il tempo in cui si è collegati e quando incontri un altro avatar, non vieni cagato lo stesso, ma almeno ci si saluta.
I gruppi inglesi e francesi, anglofoni e francofoni è meglio, sono più espansivi. 
Arriverei a dire più "mediterranei". Strano...
Nei gruppi italiani c'è sempre aria di competizione.
Anche in discussioni di evidente cazzeggio c'è una lotta a chi fa la citazione colta "più lunga", ad andare fuori tema e ad aggredire il supposto avversario.
Nei gruppi stranieri questo accade in misura minore.
E' sufficiente leggere per pochi giorni nei momenti i cui non c'è niente di meglio da fare, per accorgersi dell'evidenza di questo.
Bruttissimo.
Ehm...mettiamoci anche che anch'io con una persona non mi sono comportato proprio correttamente.
Ho una pazienza quasi nulla nel web con chi conosco poco e se sento, non dico che ci sia qualcosa, mi basta che la senta, qualcosa che appena appena non mi piace, una piccola delusione, io parto subito col tasto IGNORA o BLOCCA.
In rari casi, e questo è uno di quelli, poi mi rendo conto che non c'era motivo.

Dicevo delle cose belle.
Durante una ricerca di qualcosa che avesse a che fare sia con Bach che con le Hawaii (per quello che stavo scrivendo in quel sito la ricerca aveva senso) ho trovato questa virtuosa dell'ukulele.
Si chiama Taimane Gardner.
Per me è una perla che merita di essere ascoltata tanto quanto guardata, per questo inserisco il video come conclusione di questo mio sconclusionato scritto e mi metto a pensare ad un nickname che NON inizi per master e NON finisca per dom.