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giovedì, agosto 29, 2019

IL PESCE MUTO

IL PESCE MUTO

Capisco la pesca, le reti, forse troppe, e tutti gli aggeggi che usate per catturarci.
Ci mangiate.
Anche noi pesci mangiamo, ci mangiamo anche tra di noi.
Dunque, anche se non mi piace, vi capisco.
Quello che non capisco sei tu, pescatore sportivo, che ci prendi, ci lasci all’aria qualche minuto per farti la foto e poi, feriti, ci lasci andare.
Un po’ come si io riuscissi a prenderti con un rampino, ti facessi provare qualche minuto di waterboarding e ti fotografassi mentre lo faccio, perché mi piacerebbe conservare un ricordo delle torture che ti infliggo. E poi via, vai pure e dimmi grazie.
Eh no, caro pescatore sportivo che proteggi l’ambiente, l’ecosistema e conservi le specie, io non ti posso ringraziare, sono un pesce e sono muto. Ma se non fossi muto quanti vaffanculo ti tirerei!

lunedì, agosto 26, 2019

Un altro contratto nooo...

Abbiate pietà.

sabato, agosto 17, 2019

Gimondi




La foto mostra una borraccia da ciclista che tengo in una libreria vicino alla scrivania dove sto scrivendo, l’unico mobile libreria chiuso da ante di vetro che c’è nel seminterrato che io chiamo crypta, dove conservo gli oggetti – i libri sono comunque oggetti – che risalgono a tanto tempo fa e che mi sono più cari, per quanto non abbiano più una immediata utilità.
La borraccia è rovinata. L’ho usata per molti anni e ancor di più chilometri con la bici da corsa che avevo.
Risale alla metà degli anni ‘70, un anno in cui il giro d’Italia terminava a Milano. Anche se quest’ultima informazione è abbastanza inutile – quasi tutti i giri terminano a Milano – quell’anno due miei cugini, più anziani di me, che abitano in questa città andarono a vedere l’ultima tappa.
Qualche settimana dopo c’incontrammo e, tenendo uno di loro questa borraccia in mano, così mi dissero: “All’ultimo giro eravamo all’esterno di una curva e vediamo nel gruppo Gimondi che butta via la borraccia. È rotolata proprio dove eravamo noi, ai nostri piedi. Non abbiamo dovuto fare altro che raccoglierla. C’era dentro ancora del the”.
Annusai e ne sentii l’aroma.
“Tieni, è la borraccia di Gimondi, tienila tu”.
Il ragazzino che ero fu felice.

Non posso dimostrare, né ho alcuna intenzione di farlo, che questa sia veramente la borraccia di Gimondi.
Ma, come per le reliquie – e posso ben dirlo io che vivo in una parrocchia dedicata alle ossa di 2 uomini di Neanderthal spacciati per santi – non contano tanto gli oggetti in sè quanto le storie che raccontano.
E qui la storia è che io ho pedalato per anni insieme alla borraccia di Gimondi.

Addio

venerdì, agosto 09, 2019

Con tutto quello che succede nel mondo

Con tutto quello che succede nel mondo di elezioni, di governo balneare o di riappacificazioni con bacio bagnato in bocca sapete quanto me ne può fregare?
Anche perché, dopo aver tirato per un anno abbondante la volata a uno che si è occupato solo della propria propaganda, hanno ben poco di cui lamentarsi i gne gne gne gne gne (5 gne) che hanno inventato il governo fondato sul diritto privato, un contratto tra le parti.
Che si rivolgano a un giudice civile, invece che al popolo, ora.