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giovedì, aprile 28, 2011

geopolitica economica infantile

La vita oggi

La vita è tutto,
tutto tutto e niente, perchè?
La vita senza oro è niente,
oro rosso,
rosso rosso sangue per la gente.
Il ricco sbrana,
sbrana i povero per niente.
Ma non fa niente al ricco, che mangia,
mangia, mangia oro a tutti.
La guerra è un bel gioco per tutti.
Com'è bello il sangue,
rosso rosso sangue oggi.
Per un niente, la guerra si scatena per niente.
E fiumi di rosso, rosso sangue scorrono per niente.
Tutto per un poco d'oro.
Oro sporco di sangue,
rosso rosso sangue.
Ma per il ricco che cos'è un po' di sangue?
E' un niente confronto a tanta gente,
e poi c'è l'oro, tanto tanto oro
confronto a poco sangue.

Marco 12 anni (1974, 1975 circa)

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Di quello che sta succedendo nel mondo ultimamente non capisco niente.
A parte la Costa d'Avorio che ha tutte le sembianze di una delle tante guerre africane in cui un gruppo cerca di prendere le briciole provenienti dalla vendita di una monocoltura, nel caso della Costa d'Avorio è il cacao, a spese di un altro gruppo (il gruppo alleato di uno stato occidentale viene chiamato democratico).
Della Tunisia non so niente.
In Egitto un colpo di stato militare favorito anche qui da proteste popolari. Esercito che, con tutta calma, ha guardato da che parte tirava il vento prima di prendere il potere. Ma anche qui democratico, sì sì, senz'altro...
Sparano in Yemen, forse hanno smesso di sparare in Bahrein.
In Siria siamo sull'orlo del massacro.
Ma in Libia?
Guerra?
Operazione militar-umanitaria?
Sia quel che sia si cagano addosso al solo pensiero di dare armi agli antigheddafi. E ci credo! Dopo quello che è successo in Afghanistan dove per fare un dispetto all'URSS hanno creato i Talebani...
Interessante leggere come vengono chiamati, nel tempo, gli antigheddafi; prima rivoluzionari, poi insorti, adesso rivoltosi.
Quando gli stati della Società delle Nazioni (non uso a caso questa antica definizione, gli scaramantici si tocchino pure, non servirà lo stesso) si metteranno  d'accordo con Gheddafi, diventeranno terroristi.
I falchi della guerra sono diventati avvoltoi. Sperano di trovarsi la carogna da spolpare già bella che pronta. Ma la carogna, per essere tale, prima deve morire. Bombarda anche tu, oppure, va avanti tu che mi vien da ridere.


Marco 48 anni (2011)

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C'è poco da fare... Non sono cresciuto, sono rimasto infantile.

mercoledì, aprile 27, 2011

Ghost Dog - Il codice del samurai


GHOST DOG di toutantoine

Bel film.

Stesso spezzone in italiano: 
http://www.youtube.com/watch?v=NBBIOOWs3dA&feature=related

Alla lunga diventa pesante scrivere solo bel film oppure che non sono riuscito a vederlo tutto. Ma non ho idee. Giornate vuote.

C'è stato un periodo in cui mi chiamavano orso, più precisamente urs, ovvero orso in dialetto. Aveva cominciato un obiettore che faceva il servizio civile in biblioteca, quella del mio paese che hai tempi era il ritrovo di molti di quelli che frequentavo. Oh, niente di particolarmente culturale, ritrovo tipo bar, si sparavano cazzate, si parlava, ci si ritrovava per "preparare" la partita di calcio (mai piaciuto molto il calcio ma ci giocavo lo stesso, tolta la palla si corre...). Questo obiettore, vedendomi abbastanza solitario e silenzioso, ed ascoltando le mie idee politiche mi battezzò così: urs, se ci si aggiunge una s divente URSS...e si pronuncia allo stesso modo.
Io mi vedevo più come lupo, lupo solitario. Non so perchè, forse lonely wolf, l'avrò sentito alla tele o in qualche film...non so. E il lupo è più adatto alle mie dimensioni, almeno così pensavo.
Ripensandoci, orso era più corretto, devo riconoscerlo.

domenica, aprile 24, 2011

Quello che mi preoccupa...


...é il senso unico.

(foto mia, Caleppio di Settala, agosto 2003)

Just in time

Su alcuni siti, di economia lo traducono con "al momento giusto", ma la definizione più comune è "appena in tempo".
Comunque sia, quando cominciarono a parlare di new economy, lo dissi subito che questo avrebbe significato un'esplosione del traffico.
Ma siccome lo dissi e basta, quello che ho scritto sopra non ha nessun valore.
Per essere onesto devo dire che non mi aspettavo un'esplosione così grossa.

venerdì, aprile 22, 2011

black snake moan



appena finito di guardarlo.
bel film.

(voglia di fare niente, neanche di leggere o di scrivere)

martedì, aprile 19, 2011

C'è stato un momento preciso in cui ho capito che era finita.

C'è stato un momento preciso in cui ho capito che era finita.
Era un'azienda vicino a Settala, non so cosa facesse, ma era su una strada che percorrevo spesso.
Non mi ricordo quando, se 10 o 15 anni fa, un giorno che passai di lì vidi che sulla recinzione erano appesi degli striscioni. La prima cosa che notai di strano era l'assenza del colore rosso. Non per idee o ideologie, solo per abitudine. Sempre, e per sempre intendo dagli anni '70 fino a quel giorno, un'azienda, una fabbrica o fabbrichetta, in cui i lavoratori scioperavano e picchettavano l'ingresso, aveva come scenografia almeno qualche bandiera rossa, magari non completamente rossa, e anche gli striscioni privilegiavano quel colore, anche solo per le scritte rosse su campo bianco.
Su quella recinzione no.
Mi avvicinavo a questi guardando il retro, non leggevo ancora le scritte. Erano di un verde sbiadito e si capiva, anche guardandoli da dietro, che le scritte erano in nero o in blu.
Rallentai per leggere cosa c'era scritto, quale era l'appello o lo slogan. Quello che lessi su quegli striscioni appesi ad una cancellata di una fabbrica che stava per chiudere erano frasi di questo tenore: "Striscia la notizia vieni a vedere come ci trattano", "Gabibbo aiutaci"...
Sì, era proprio finita. Non mi soffermo a specificare cosa, ma era finita.

sabato, aprile 16, 2011

Ritorno a casa

Oggi, all'ora di cena, nonostante il cantiere sia ben lungi dall'essere finito, la casa torna ad essere abitata.

venerdì, aprile 15, 2011

Muccalla e il Cammello e il Dromedario

Sono due canzoni che ho scoperto ascoltando Radio Popolare, ormai tanti anni fa.
Radio Popolare è stata per anni, dai primi anni '80, quasi la sola emittente che ascoltavo. La sentivo principalmente di notte, e una notte trasmisero un monologo di un, allora, sconosciuto attore, Marco Paolini, che ricordava la tragedia del Vajont. Fu così che conobbi quel pezzo e quell'attore qualche anno prima del suo successo televisivo. Il Vajont lo conoscevo già. Per un caso fortuito sia un fratello di mio nonno materno che mio padre hanno lavorato in aziende che hanno a che fare con l'energia idroelettrica. Dagli anni '30 in avanti, fino agli anni '90, dighe, centrali e turbine, con qualche deviazione anche nel termico e nel nucleare, hanno fatto parte del mio quotidiano. Dunque per sapere che l'ing Semenza non aveva sbagliato la diga ma era stato il monte a sgretolarsi nel bacino non ho avuto bisogno di una rappresentazione teatrale. E per sapere che non è stato un disastro geologico ma un "incidente" del capitale, quello del capitalismo, non è stato decisivo l'ascolto di una radio di sinistra. Era quello che ascoltavo in casa fin da bambino, sia dalla parte democristiana che da quella comunista della mia famiglia.

Muccalla l'ho sentita per la prima volta in età adulta, ma l'ascolto sempre volentieri, mi rilassa e mi mette allegria. La trasmettevano ad un programma per bambini alla domenica, e io l'ascoltavo dalla radiosveglia. E' stata una delle prime che ho cercato di scaricare con napster, quando youtube non esisteva ancora.




Anche il Cammello e il Dromedario l'ho sentito per la prima volta a quella trasmissione, anche se non è una canzone per bambini.
L'autore è Virgilio Savona, uno dei componenti del quartetto cetra, un musicista, e l'interpretazione di Petra Magoni accompagnata dal contrabbasso di Ferruccio Spinetti, ma dire accompagnamento è riduttivo, è proprio quella che sentivo sempre dalla radiosveglia. Mi piace tanto.



A questo punto...Cammelli e dromedari...Potrei continuare a parlare della Libia...Ma visto che parlano tutti quasi solo della Libia (anche oggi ben 2 riunioni, a Berlino della NATO e al Cairo dell'unione araba o africana o del gruppo di contatto, non importa, in cui si è raggiunta all'unanimità la decisione di chiedere a Gheddafi se, per favore, senza impegno e con tutto comodo, di cessare il fuoco, se non gli è di troppo disturbo, e se continua a fare il cattivo la Nato continuerà a bombardargli il deserto, anche se gli Americani hanno tolto dalle operazioni militari 50, cinquanta, caccia perché con i problemi di bilancio che hanno tra poco non avranno neanche i soldi per comprare la benzina per gli aeroplani)  , tranne in Italia, dove siamo occupati dalle ben più importanti questioni della giustizia, riforme e processi così brevi che si assolverà a tempo di record, se si avrà il denaro necessario per comprare gli avvocanorevoli giusti, mi ascolto ancora queste 2 canzoni.

mercoledì, aprile 13, 2011

Rush - Xanadu



Sto ascoltando questo.
Negli anni '80 e '90 i Rush erano tra i gruppi che preferivo.



E poi questo, un loro classico registrato durante un loro recente concerto.

martedì, aprile 12, 2011

Navigare

Parole scritte sull'acqua sono quelle scritte nel web.

Diario di viaggio ( seconda ed ultima parte)

Sì, non potrò mai dimostrarlo, ma nel 1981 in me cambiò qualcosa.
L'anno dopo i nuovi professori mi dissero, e lo dissero anche a mia madre durante i colloqui, che sarei stato ammesso alla maturità  anche se non fossi andato a scuola, perché quello che mi avevano fatto non aveva motivo. Nel piccolo della mia esistenza il non essere ammesso alla maturità era enorme. Sapere che non lo era solo per me,  rese quell'anno di scuola, inutile dal punto di vista didattico, un anno divertente.
Nonostante questo, per dimostrarmi e per dimostrare agli altri che quello che mi era successo era solo un brutto incidente, studia lo stesso e non meritai nessuna insufficienza nel giudizio finale. Al primo quadrimestre sì, mi ritrovai un 5 in pagella in scienze per una cosa che poteva essere un banale equivoco a cui non mi fu dato modo di rimediare. Non tutti i professori erano gentili con me, e quella di scienze, nonostante consentisse con gli altri che avrei dovuto essere stato ammesso l'anno prima, davanti all'evidenza del fatto che comunque non ero stato ammesso e, dunque, o ero criminale o una bestia, non mancò di farmelo notare alla prima occasione. Davanti alle mie rimostranze per quel brutto voto, anzi, alle nostre, perché non fui il solo, non alzò nemmeno gli occhi per  guardarci e con una smorfia ci fece capire che per lei valevamo men di zero. Il mio compagno cambiò scuola. Io lì ero entrato e da lì dovevo uscire. Alla fine dell'anno non avevo insufficienze, ma mi ero reso conto che ero stato marchiato.
Ritornando al 1981, l'anno maledetto per me e solo per me, lo ricordo con queste parole : "Ai cavalli, quando si azzoppano, si usa la cortesia di sparargli in testa per non farli soffrire. A me, che zoppicavo, spararono nelle gambe".
Quell'anno fece di me, che ero già piuttosto riservato, ma non patologicamente timido, un uomo incapace di avere normali relazioni. Da allora quando incontro persone nuove percepisco solo un possibile nemico e, senza che lo voglia, bado solo a difendermi. E la miglior difesa è mantenere le distanze.
Questo non è e non vuole essere un verbale della mia esistenza. Non è una memoria difensiva in cui racconto la "mia" verità in assenza di contraddittorio. Sono solo le mie impressioni.
La mia principale impressione, ormai sulla soglia del mezzo secolo di vita, è che la sfiga, il lato negativo del caso, l'evento sfortunato, ha cambiato come io vedo il mondo al punto da cambiare me stesso; ha cambiato i miei comportamenti, in peggio. Ma non ha cambiato il mio orgoglio, al punto da buttar via buone occasioni solo perché l'accettarle avrebbe significato un passo indietro, e quel passo indietro avrebbe reso quello che mi era successo qualcosa di accettabile. Posso imparare dalle sconfitte, ma quella non fu una sconfitta. Accettarla sarebbe stato come accettare una capitolazione, e le capitolazioni non si accettano, si subiscono solamente.
Mi ha lasciato un'altra cosa, che si è acuita col tempo. Ho un'ammirazione sconfinata per quelli che ce l'hanno fatta nonostante il loro fato sia stato avverso, ma non sopporto la sicumera dei primi della classe.
Sì, sfigati non si nasce solamente, si diventa anche.
Sfigato, nonostante non lo appaia, forse non lo sia del tutto, è una parola che odio.
Nonostante questo feci delle belle vacanze quell'anno.

(continuazione)
ore 15:45 Arrivo a Grosseto (poi non tanto grosso). L'autostopo non è uno sport salutare per i nostri reumatismi.
ore 17:29 Direzione Orbetello.Giungiamo in stazione senza episodi degni di nota. Saliamo su un pseudo pulmann, specie di polmone d'acciaio per comitive a 4 ruote e giungiamo a Porto S. Stefano.
ore 19:30 Il traghetto parte per l'isola del Giglio mentre il cielo comincia a oscurarsi.
ore 20:30 circa. L'isola ci accoglieva con ottimi auspici di vacanze e di sole. Il cielo era praticamente nero.
Ancor meglio ci accolse il direttore del campeggio che ci intimava l'alt mostrandoci un cartello bianco con una sintetica ed esauriente parola "COMPLETO".
Dopo qualche ora di inutili trattative minacciammo di incendiare la pineta nelle vicinanze con gravi conseguenze economiche per il suddetto Cerberone che con uno sguardo d'improvvisa umanità ci spalancava le porte del campeggio a  scapito delle regole d'igiene.
ore 21:20 Trovato un posto non esaltante cominciamo l'ardua impresa di montare la tenda al buio con scarsi successi. Alla fine stremati dal sonno, dalla fame e dalla disperazione stortiamo con qualsiasi arnese che ci capiti in mano gli ultimi picchetti e infiliamo i nostri corpi in una specie di mongolfiera semisgonfiaaddormentandoci subito.


25 luglio sabato

Primo bagno e prime ferite ai piedi. Acqua stupenda. Cessi del campeggio antigienici schifosi. Vita di sera nulla. L'isola non ci entusiasma. Siamo occupati 24 ore su 24 in una strenua lotta contro un'orda di formiche. Formiche la cui avanguardia ha conquistato abside (la parte posteriore della tenda). La tenda è seminata di cadaveri formici. Di notte il vento quasi faceva decollare la nostra mongolfiera.

26 luglio domenica

Ormai è imminente l'arrivo della truppa. Intanto Marco e Amilcare slandronano beatamente in tenda per non rischiare pericolose scottature.
ore 19:47  Scazzium tremendo. Tira un ventaccio mentre aspettiamo ancora, sono già in ritardo di quasi 4 ore. Non sappiamo che fare. Tremenda la noia sta calando su di noi mentre il vento mette a dura prova la resistenza della tenda e il mare si ingrossa sempre più.

FINE