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domenica, settembre 26, 2010

Nomi che rimangono nella storia.

La leggenda di Guglielmo Tell inizia con lui che non s'inchina ad un cappello, simbolo dell'autorità imperiale, esposto in cima a una pertica nella piazza di Altdorf.
Solo per questo fu costretto a dover tentare di centrare una mela posta sulla testa di suo figlio.
Ma di suo figlio che si dice?



Sono il figlio di Guglielmo Tell, che era un grand'uomo
Però, di me, la gente non si ricorda neanche il nome
e pensare che ero io quel bambino con la mela sulla testa
e non potevo tremare e pregavo: "Speriamo che la prenda".
E le persone mi guardavano, tutti mi guardavano dalla finestra
tutti gli occhi erano puntati verso di me, ma io guardavo la balestra.


"Dai papà, dai papà. Proviamo almeno con l'anguria"
"Non dubitar di me figlio mio, lo sai che divento una furia"
"Dai papà, dai papà. Proviamo almeno col melone"
"Non si può figlio mio, tu lo sai. E poi non è neanche la stagione"
"Dai papà, dai papà. Proviamo almeno col pompelmo"
"Non temere figliolo, tuo papà si chiama Guglielmo"


Però non è mica tanto bello essere il figlio di Guglielmo Tell
perchè io, da quella volta, sono in giro con là il pannolino.
E sono contento per mio papà, che l'han fatto eroe nazionale
ma da allora se vedo una mela comincio a stare male, male.


Il papà era giù in fondo, giù che prendeva la mira
e io sudavo freddo, perchè tra l'altro continuava e continuava a bere birra:
"Smettila di bere, papà, se no ci vedi doppio"
"Niente paura figliolo, mal che vada, ti uccido"
Ecco lo sento, lo sento, adesso scocca!
Chi è quel bigolo che ha parlato?
Come sarebbe a dire:
"Proviamo con l'albicocca"?


Però non è mica tanto bello essere il figlio di Guglielmo Tell
perchè io da quella volta non sono più stato quello.
E sono contento per mio papà, che l'han fatto eroe nazionale
ma da allora se vedo una mela comincio a stare male, male.


Sono il figlio di Guglielmo Tell
che non si era abbassato a salutare un cappello.

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