Il chirurgo romano ha presentato le sue revocabili dimissioni.
Non sono solito commentare fatti di cronaca, per disinteresse, ma raramente ho visto una cosa così.
Il chirurgo romano, vincitore delle primarie (che sono una cosa privata importata dall'America e in Italia hanno solo una funzione propagandistica, anche meritoria se ci si trova nelle mani di un riccone asfaltato come qualche anno fa, ma del tutto campate per aria se gli si vuol dare un qualsiasi valore politico qui) per correre come candidato sindaco nel 2013, è stato abbandonato da tutti.
Dalle opposizioni che hanno precedentemente amministrato Roma, ovviamente.
Dal suo partito, la cui parte vincente così si libera da un intruso (Il chirurgo è un vincente, o meglio, lo era, non renziano. E questo non è possibile, non è possibile, non è possibile, come bene recita qualche versetto del vangelo secondo Matteo... forse).
Dalle opposizioni che non hanno mai amministrato Roma e che danno solo l'impressione di non essere capaci di amministrare nemmeno sè stesse; le quali hanno mandato in piazza l'arma pesante che è quel cucciolo di Capezzone a giuculare quel centinaio di volte la parola cittadini, la quale va giusto bene per la Revolution e per una città... stavolta il cucciolo non ha usato quella parola a sproposito.
Dalla comunità di sant'Egidio che ci tiene a farci sapere che non mangia con lui.
Dal papa, perfino dal papa. Neanche Pio IX con Cavour s'è spinto a tanto!
Secondo me è che hanno paura che questo chirurgo sia un parente di Frankenstein e che si vuole spingere fino a mettere le mani sul mistero della vita e della morte, come il suo antenato. Questo spiega anche la paura del papa che vengano sottratte delle anime a Dio.
Sarà... ma a me questo Marino Frankenstein da un po' di tempo mi risulta simpatico nella sua antipatia.
La simpatia che, secondo me, è dovuta ai capri espiatori.
Si. Può. Fare.
Chiamatemi quando ci sarà il prossimo temporale su Roma, mi piacerebbe assistere al "parto" del nuovo mostro.
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