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lunedì, giugno 09, 2014

Ricordi 2, non è una vendetta

Riflessione del dopo pranzo. Pensata ieri, mentre ascoltavo una canzone, la scrivo adesso.

I ricordi sono bestiali.
Non bestiali nel senso di eccezionali, magnifici o orrendi, degni di stupore...
Bestiali nel senso proprio del temine: attinenti alla bestia.

Quando sono stato in una colonia montana, avevo ancora 5 anni, mancava un mese o due perchè ne compissi 6, svegliavano tutta la camerata con una canzone sparata a tutto volume: La Banda, credevo fosse Rita Pavone invece ho scoperto che cantava Mina.
Scoperto perchè ieri, per la prima volta da allora, l'ho cercata e ascoltata tutta.
La odio e, dunque, continua a non piacermi.
Fin dalle prime note ho avuto la chiara immagine del soffitto di quella camerata dove era attaccato un tronco di piramide a base quadrata, la base maggiore in alto, dipinto dello stesso colore delle pareti, un bianco sporco tendente al grigiastro, con 4 buchi sulle falde ricoperti da una griglia che parzialmente noscondeva gli altoparlanti.
Ancora oggi, quando capita d'ascoltarla, questa canzone mi fa riaffiorare i ricordi di quella che per me non fu un'esperienza positiva. Mi bastano poche note perchè il mio umore si alteri.

Anni dopo passai una settimana d'estate a casa dei miei zii di città.
I miei cugini sono più grandi di me. Al tempo io ero ancora bambino, andavo alle elementari mentre loro erano già adolescenti e ascoltavano la musica degli adolescenti di quel tempo.
Il mio soggiorno in quella casa, ma anche fuori casa, fu accompagnato dalla musica di una canzone, quella che era la hit del momento, che i miei cugini ascoltavano decine di volte al giorno e si sentiva pure fuori casa, nei bar, alla piscina, suonata anche dai chioschi che sono tanto comuni nelle vie di Milano.
Era Ancora Tu di Battisti.
L'aver ascoltato per centinaia di volte in poco tempo quella canzone mi ha prodotto un rifiuto per Battisti. Deve essere stato una specie di effetto indigestione, limitato alla voce di Battisti, perchè stare con i miei cugini e i miei zii mi piacque molto.
Fatto sta che Battisti, quando sono arrivato all'età in cui si sceglie la musica d'ascoltare, l'ho sempre evitato e quando mi capita di ascoltare una sua canzone tendo ad andarmene o a cambiare musica.
Posso riconoscere la sua importanza storica nella musica italiana, magari anche bravura, ma effettivamente non lo conosco. Quando sento la sua voce ho un leggero rigurgito.
Non conosco lui e non conosco le sue canzoni, perchè anche quando sono stato costretto ad ascoltarle, nelle rare feste a cui ho partecipato o durante una trasmisione televisiva, sposto, senza volerlo razionalmente fare, la mia attenzione su altro.

Tutto questo per dire che questi ricordi che riaffiorano, se stimolati, non hanno nessuna attinenza con il ragionamento, la volontà o qualsiasi altra specificità umana che si dice superiore. Sono solo effetti di un meccanismo stimolo-risposta tipico dell'istinto animale. Belli o brutti che siano.
Bestiali appunto.

Ovviamente non metto i video e spengo il PC.



Foto di un'aiuola appena vangata




Foto scattata questa sera.
Vangata tra ieri e oggi, piano e fermandomi spesso. Oggi sudavo "a pioggia", sto ancora fumando troppo.
Non sono un appassionato d'orticultura, non sono al 100%, ma dovevo staccarmi dai sogni e darmi una mossa.

Forse seminerò cornetti, i fagiolini, ma non lo so ancora.

Non è bella come un fiore colorato ma forse questa produrrà qualcosa.

sabato, giugno 07, 2014

Un verso

They always blame "you, you, you"

E' il verso di una canzone ma la prima volta l'ho ascoltato recitato, non conosco il gruppo dunque per me il cantante poteva essere anche un attore. Di seguito il video con la musica, perchè quello con  le sole parole recitate è VERAMENTE angosciante.

 

In italiano è qualcosa del tipo: Loro ti accusano sempre "tu, tu, tu".
Ma cazzo!
Tu, tu, tu.
Il suono di occupato...
Ancora il telefono, è una persecuzione!

Spengo il PC tra una minchiata e l'altra e lo accendo solo se devo vedere o fare qualcosa, anche il PC è collegato via linea telefonica e mi sta diventando sempre più antipatico.

Adesso torno a zappare la terra, dopotutto ho imparato che nei rapporti umani, di qualsiasi tipo, sono solo 2 braccia rubate all'agricoltura.

venerdì, giugno 06, 2014

Il cameriere - parlato

Il cameriere è il racconto a cui sono più legato.
E' stato l'ultimo che ho scritto per quella rivista di second life. Quello fu anche l'ultimo numero della rivista. Sono passati anni, un paio credo.
Sono legato a questo racconto perchè, per me, è stato come segnare un confine.
Il confine tra quando mi collegavo a quel gioco, con curiosità, abbastanza regolarmente e quando ho cominciato a loggare sempre meno e meno frequentemente.
Le mie reazioni a certi comportamenti, che non sono solo propri di second life ma di tutto il web, non mi piacevano. Non mi piacevano almeno quanto quei comportamenti stessi. Rispetto al resto del web, secondo me, second life amplifica un po' di più queste reazioni emotive.
L'unico contenuto autobiografico di quel racconto è che avrei voluto sparire come avatar.

L'ho immaginato, scrivendolo, come la sublimazione di una sconfitta totale e come il sacrificio di un uomo perchè potesse trovare un mondo migliore: il mondo del nulla.
E' completamente egoistico, non c'è un filo di speranza né per sè né per nessun altro. Il protagonista è totalmente solo e pensa solo a sè stesso.
Pessimista?
No, di più.

Mentre lo scrivevo vedevo il protagonista che inveiva, quasi senza fiato, solo chiuso nella sua stanza.
Uno di quelli che l'hanno letto mi ha detto che l'ha letto tutto di un fiato. Proprio così mi immaginavo il cameriere, solo nella sua stanza che parlava a bassa voce quasi senza pause.
Purtroppo non è possibile leggerlo tutto ad alta voce senza respirare, è troppo lungo, ma io l'ho pensato così.

Mentre lo scrivevo, ogni tanto, mi trovavo a dire a voce alta qualche frase prima di scriverla. Mi sarebbe piaciuto ascoltare il cameriere dalla sua viva voce. L'unica maniera per farlo è leggerlo ad alta voce.
Ieri sera ero nelle condizioni giuste per farlo.  Morale abbastanza a terra e vengo da un paio di settimane in cui fumo il doppio del già troppo che fumo abitualmente.
Ho preso il microfono e, con un filo di voce, l'ho letto.
Nessuna velleità di recitazione. Ogni tanto zoppico e m'impapino, anche se è una cosa che ho scritto io sarebbe stato meglio che lo rileggessi prima di registrare, ma anche il cameriere non era nelle condizioni migliori per badare a come scandiva le parole.
L'ho caricato su youtube come video ma le immagini non ci sono, lo schermo rimane nero. Un po' perchè non volevo fare un video, un po' perchè quello schermo nero sta bene con quelle parole.


Che dio stramaledica il telefono

Come da titolo.

E i ricordi rimangono ricordi, quelli belli rimangono belli.
Diventeranno ricordi anche queste giornate di merda.

giovedì, giugno 05, 2014

Domande e risposte



Ogni tanto fa bene riascoltarla.
Non dà risposte, o meglio, una ne dà.
Non ci sono risposte.
Rimangono le domande come tarli che rodono la mente.

mercoledì, giugno 04, 2014

Cimiteri in Second Life

Anni fa ormai, quando ho avuto il piacere di scrivere per una rivista di SL articoli e racconti, cercando spunti per poter raccontare qualcosa, mi sono messo a girare per i cimiteri che riuscivo a trovare in SL: il numero della rivista in uscita trattava della morte e di come fosse rappresentata in quel mondo digitale.

Molti li conoscevo già. Erano quelle rappresentazioni gotiche che tanto facilmente si trovavano, e forse si trovano anche adesso, in alcune land a tema BDSM. Atmosfere cupe ma molto di genere e con tante palline per animazioni. Più che di morte si tratta di necrofilia. Una rappresentazione di architetture funebri ma esplicitamente costruite per altro. Per i miei fini documentaristici non erano particolarmente interessanti.

Il primo che ho trovato che avesse qualcosa di diverso, e oserei dire di reale, è stato un cimitero brasiliano. Tombe e cappelle disposte a corridoio come in un cimitero vero, niente nebbia e luce crepuscolare. Ho fatto un giro tra le "sepolture" come avrei potuto farlo nel mondo reale in una comunissima giornata di sole.
L'interessante era guardare cosa c'era deposto sulla "pietra" di quelle tombe. Una profusione di candele, sigari fumanti, galli sgozzati...tutto l'armamentario che si potrebbe vedere in un qualsiasi documentario sui riti voodoo.
Ancor più interessante leggere le lapidi, aiutandomi col traduttore per poter capire il portoghese.
La maggioranza di queste non portava epitaffi ma maledizioni. La maledizione dell'amata tradita dal fidanzato, la moglie che si era accorta della scappatella del marito...quasi tutti i "sepolti" erano maschi, se ricordo bene. Erano realissimi auguri di morte, per lo più nella maniera più orrenda possibile, quasi tutti per questioni legate all'amore.
Se avessi avuto dei dubbi sulle implicazioni emozionali che può produrre SL vissuta come un posto per incontrare altra gente, intrattenendo con alcuni di loro rapporti che possono diventare profondi, e non solo per darsi alle costruzioni o ad altre forme creative digitali, leggendo quelle lapidi me li sarei tolti all'istante.

Un altro cimitero, sempre trovato tramite una banalissima ricerca, era una dependance pubblica di una casa privata, la proprietaria è italiana e anche i sepolti lo sono.
Il cimitero di L. (non mi ricordo esattamente il nome)
Questo era completamente differente da quello brasiliano. La sua atmosfera era serena nonostante alcune lapidi mi abbiano fatto pensare che fossero il trasporto in SL di morti reali. Per la maggior parte erano lapidi dedicate all'amico che aveva smesso di collegarsi. Non c'erano maledizioni o insulti ma solo la foto dell'avatar con qualche parola tra il dispiaciuto e lo scherzoso, le date del rezday, il primo giorno in SL, e l'ultimo.
C'era anche l'immagine di una fossa scavata nella terra, ancora aperta, con al fianco un badile, dedicata al presidente del consiglio di allora e una scritta: "Sono 20 anni che aspettiamo".
Quando quel presidente del consiglio presentò le dimissioni, qualche giorno dopo, ci tornai per vedere. Era chiusa. Ci saltai sopra con l'avatar, non si sa mai che scappi.
Mentre ero lì apparve l'avatar di una signora che avevo già visto, e sentito.
Mi spiegò che era amica della proprietaria e che lì, in quel cimitero, aveva la tomba del suo primo amore di SL, il quale aveva smesso di loggare, senza dire nulla. L'avatar di questa signora ha, più o meno, l'età del mio, ma in SL era più vecchia di me di 2 o 3 anni, avendo perso, o distrutto il suo primo avatar.
Mi colpì il fatto che ancora teneva una tomba, un monumento dedicato al ricordo di un incontro con uno sconosciuto dopo tanto tempo.
Se avessi avuto dubbi sulla quantità e qualità di emozioni che provocano certi incontri in SL a chi non si occupa solo di costruzioni e altre forme di creatività digitale...

Alla fine il racconto che scrissi c'entrò ben poco con i cimiteri, e non fu tra quelli che mi vennero meglio.



lunedì, giugno 02, 2014

Ricordi

C'è stato un scrittore di fantascienza che, in un suo romanzo, ha scritto che gli avvenimenti si completano nel ricordo: non mi sovviene se sia stata Ursula Le Guin o un altro.

Ho appena finito di rileggere una chat del 31 gennaio, con una persona in SL.
Questa persona mi ha "preso per i capelli". A metà gennaio, quando abbiamo cominciato a parlare, ne avevo già le palle piene di SL, ma lei ha saputo trattenermi ancora in quel mondo, per il solo fatto che lì c'era lei, e non come cartone animato.

Rileggendola ora, con gli occhiali del presente, sorrido: sono stati bei momenti.
Ma non posso trattenermi dall'esclamare: "Quante parole al vento!"

Bisogni d'avatar

Il fatto che non soddisfi i bisogni, tra l'altro non ben espressi, di un altro avatar, è cosa normale, magari non bella, ma buona e giusta.
Non piace ma si sopporta.
Ma se questi bisogni vanno oltre SL, perchè a me di SL è sempre interessato pochetto, e si ha a che fare con persone per me le cose cambiano.
Anch'io ho i miei di bisogni.
Uno di questi è che nella mia lista contatti ci siano persone, persone, non avatar, che dimostrino un minimo di coerenza. Di avatar in quella lista ne posso tenere a centinaia, non mi fanno né caldo né freddo. Le persone, specialmente per quelle per cui provo affetto, no.
Se, questa persona, dopo aver avuto un contatto personale di qualsiasi tipo con me, amicizia per esempio, dopo aver scambiato centinaia di parole fino a credere di conoscersi almeno un po', me la trovo accompagnata da uno che è l'opposto di me (e dopo averlo sentito parlare), non mi fa incazzare ma mi produce fastidio.
Tutto quello che questa persona mi ha detto prima diventa solo presa per il culo.
Sarò banale ma questo non mi piace e faccio fatica a sopportarlo.
Non sono poi così complicato come appaio in SL.