Non doveva essere molto in forma quella sera.
E' anche vero che dopo l'una di notte e tre bottiglioni di rosso qualcuno cominciava, ogni giovedì, a dare segni di cedimento. Era il primo indizio che la partita settimanale del due, la briscola chiamata che si gioca in cinque, stava per terminare. Noi di solito eravamo più di cinque, si stava fuori a turno.
Comunque sia, mentre stava per giocare la sua carta, dopo aver pensato per più di un minuto, il biondo disse, con una voce monocorde e scandendo bene le parole:
"E' meglio una bella cagata di una brutta scopata".
Buttò sul tavolo, lanciandola con uno stanco movimento del polso , la donna di picche.
Non facemmo molto caso alle sue parole. Dopo che si era aperto il quarto bottiglione non era insolito, per noi, raggiungere così alte vette filosofiche. Ci avevamo fatto il callo e non ci furono né applausi né commenti.
La mano continuò il suo percorso, lentamente. Quando si avvicinavano le due di notte le mani rallentavano sempre. Dovevano adeguare la loro velocità a quella del nostro pensiero.
Arrivò il turno di quello che in quel giro si era ritrovato ad essere il socio del biondo.
Il socio alzò gli occhi dalle sue ormai poche carte, la mano stava volgendo alla sua fine, guardò il biondo e con violenza gettò sulla tavola il due di picche urlando:
"Ma va a cagà"!
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