Torno ora da un funerale.
I funerali dovrebbero essere brutti per definizione, nonostante che per certi personaggi diventino occasione per celebrare cerimonie degne di un gran galà Holliwoodiano.
Nonostate sia attratto dall'arte funebre, i funerali li odio proprio.
E' il secondo in pochi mesi.
Del primo ne parlerò poi, forse, era quello di una persona talmente a me cara che ho bisogno di tempo per...dicono elaborare...OK, per eleborare prima che senta il bisogno di scrivere.
E' successo così anche per mia madre, ci sono voluti anni prima che scrivessi qualcosa. Vero è che non avevo ancora il computer e quella "magnifica" cosa che dovrebbe essere il web sociale.
Mi ricordo che con mia madre speravo e pensavo - ma come si pensa male in quei momenti! - che con il funerale si sarebbe messo una specie di punto e, una volta finito, cominciassi a star meglio. Non è stato così, il funerale non è servito a un cazzo.
Quello di oggi è stato il funerale di una persona, un vicino di casa, che conoscevo bene e che ha fatto parte della mia vita fin dall'infanzia, ma con cui non ho profondi affetti. Sono spiaciuto, sorpreso dalla rapidità della dipartita, ma non profondamente coinvolto.
Nessuna descrizione della cerimonia, sono stato fuori dalla chiesa, come non mi capitava da tempo di fare.
Già da bambino, quando non andavo con mio nonno ma da solo, obbligato ad andarci, in chiesa non entravo.
Poi, per matrimoni e funerali, le uniche occasioni in cui mi capitava di partecipare a una cerimonia, seguivo distrattamente la massa. Sopportavo quella mezzora distrattamente.
Oggi mi sono accorto, una volta di più, di vivere in un mondo a parte.
Il morto era una persona, a livello locale, molto conosciuta. Credevo di trovare molta gente che conosco, sia io che il defunto siamo di questo paese, da poco promosso città, da generazioni. Invece la maggior parte delle facce che seguivano il corteo non mi dicevano niente, mai viste prima, ma si capiva dalle poche parole che ho ascoltato che erano compaesani.
Ma quello che ho odiato di più è che, un paio di loro, mi conoscevano.
Una si è messa a parlare con mia sorella e con me di mia madre e del tempo che fu e di come fossi intelligente...e anche un'altra.
Io mi sento dire che sarei intelligente dagli sconosciuti.
E' odioso!
Perchè per me l'intelligenza è una disgrazia.
Perchè non puoi fare a meno di cercare di capire.
Intelligere, leggere e capire.
Perchè non puoi fare a meno di pensare alle conseguenze.
Perchè quello che gli altri sentono e vivono io sono costretto a capirlo...e non vivo.
E sbaglio.
E sbaglio.
E sbaglio.
E non capisco giusto.
E faccio qualcosa convinto che sia il meglio possibile e succede il contrario.
Per me la vita è una serie di errori.
Per fortuna che non è eterna.