Nel luglio 1982 ho visitato, per la prima e unica volta, Parigi.
3 giorni, alloggiando all'ostello della gioventù in un sobborgo della capitale francese, abbastanza vicino ad una fermata del metro o della RER, che comunque è sempre una specie di metro.
Ah, Parigi... anche se non ci fossi stato sarebbe stato lo stesso. Magari ad abitarci per qualche tempo avrei delle opinioni diverse, ma da turista, Louvre compreso, ho ricordi di posti migliori.
Non mi piacciono le grandi città imperiali. Per quanta bellezza possono contenere le trovo troppo grosse, dispersive e antipatiche.
E' un'impressione che ho avuto per tutte e 3 le città imperiali che ho visitato, Londra, Parigi e Vienna. Per quanto diverse l'una dall'altra non mi hanno lasciato grandi ricordi.
Ci sarebbe anche Roma da mettere tra le grandi città imperiali che ho visto, ma credo sia così solo di nome. Roma mi è piaciuta molto, ma perchè non è una città, o meglio, non è solo una città. Roma è stata una grande città imperiale, ma non lo è più da lunghissimo tempo, cosicchè, visitandola, invece dell'impressione di dispersione data dai viali troppo larghi, di stare a guardare una vetrina con statue dorate al posto dei manichini o di essere entrato in un supermercato costoso esteso per decine di ettari, Roma mi ha dato la sensazione di essere una serie di villaggi, ognuno con la sua piazza non esageratamente grande, e dopo qualche passo un bosco, spostandosi ancora di poco un libro di storia illustrato, girando lo sguardo dal libro ci si ritrova in un altro villaggio con i suoi abitanti in strada per il mercato...Roma è Roma perchè Roma non esiste.
Ma torniamo nel sobborgo di Parigi, in quell'ostello della gioventù.
Non è un'obbligo credo, ma in diversi ostelli in cui sono stato i bagni non erano separati per genere. Quello di Parigi fu il primo in cui alloggiai con questa caratteristica.
La prima mattina che mi svegliai, dopo che la sera prima avevamo montato la tenda nel prato antistante l'edificio (in alcuni ostelli potevi usufruire dei servizi, bagni, cucina, sala di ricreazione se c'era, e piantare la tenda in giardino, risparmiando) andai in bagno per la toeletta mattutina. C'era una serie di lavandini attaccati a una parete con gli specchi e opposta a questa una serie di vani doccia.
La doccia appena sveglio non credo di averla mai fatta; mi alzo talmente rincoglionito che, anche se la doccia mi svegliasse, rischierei incidenti da pronto soccorso ogni volta. Ciò che mi serve al mattino è un lavandino e uno specchio per riassetare il pelo, nient'altro.
Mi stavo lavando i denti quando entrò una ragazza che occupò il vano doccia alle mia spalle. Io non mi ricordo se quei vani doccia fossero dotati di tendina, la porta sicuramente non c'era. Quello che mi ricordo e che nello specchio in cui stavo controllando il lavoro di pulizia dei denti apparve una ragazza completamente nuda che apri l'acqua e cominciò a insaponarsi, accuratamente.
Lo spazzolino da denti continuava ad andare su e giù, automaticamente, ma i miei occhi non controllavano più quello che stavo facendo ma erano fissi a guardare quella ragazza che si stava lavando.
Ora posso dire che fui particolarmente colpito dal suo completo disinteresse per quello che le accadeva intorno, dall'andirivieni delle persone che entravano e uscivano e dai miei occhi fissi su di lei, seppur riflessi dallo specchio. Si stava semplicemente lavando.
Era tutto così diverso dal mondo degli alberghi e delle pensioni che avevo frequentato in Italia!
Con dei denti pulitissimi andai al Louvre.
Credo che possiate capire perchè del sorriso della Gioconda, che vidi dal vero quella mattina, me ne frega men che nulla.
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