Eric Hobsbawm è morto oggi a Londra all'età di 95 anni.
Apro l'ultimo suo libro che ho letto e la prima cosa che mi capita in mano, cadendo mentre inizio a sfogliarlo, è lo scontrino dell'ipermercato in cui l'ho acquistato, stinto ma ancora leggibile. Mi capita di usare lo scontrino come segnalibro. Il prezzo è già in Euro ma ci sono 2 righe con il costo in Lire e, tra parentesi, il cambio Lira /Euro.
1 EURO =1936,27 LIRE.
La data è il 10 Gennaio 2003 e il libro l'ho pagato17 Euro.
Il 2003, per me un altro mondo, per ragioni del tutto personali.
Il libro è la sua autobiografia intitolata Anni Interessanti.
Ho una visione della storia piuttosto dilatata, preferisco i lunghi periodi, e considero tutto quello avvenuto dal 1900 in poi come cronaca. Dunque , per me, Hobsbawm più che storico è un cronachista e anche un testimone, avendo letto sue opere per lo più inerenti al '900, anche se i suoi scritti trattano anche periodi precedenti.
Sicuramente è stato uno scrittore che sapeva unire all'esposizione fattuale quel tanto di panorama che rende più attraente il mondo che sta sparendo o che è già scomparso sepolto dalla polvere del tempo.
Mi piace ricordare il sorriso che mi ha strappato quando ha definito la bicicletta il mezzo rivoluzionario che ha aperto la scoperta del mondo a moltissima gente, alle masse. Oppure le sue descrizioni dei jazz club e degli anarchici frequentatori di quei posti che sono i jazzisti, anche se non sono un gran amante del jazz. Oltre a quelle che sono le sue pagine più "tecniche".
Mi è piaciuto leggerlo.
Voglio ricordarlo qui con le ultime righe che ha scritto nella sua
autobiografia:
"Tuttavia, non deponiamo le armi anche in tempi poco soddisfacenti. E'
ancora necessario denunciare e combattere l'ingiustizia sociale. Il
mondo non migliorerà certo da solo".
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