Facciamo partire il filmato e ascoltiamo una bella scampanata festosa mentre leggiamo.
Ieri l'altro giro in bici per provare la nuova macchina fotografica, una compatta con mirino leggera e poco costosa. L'ideale da avere con sè appesa al marsupio allacciato in vita durante i giri che faccio, sì come sportivo ma anche come viaggiatore
Aiutato dalla tecnologia di google earth voglio andare a scoprire la campagna che non mi è immediatamente prossima, questa la conosco quasi perfettamente fin da bambino, che sta cambiando. Google earth mi serve per controllare se per andare dal punto A al punto B, lungo sterrati e viottoli, non debba passare all'interno di cascine e se lungo il percorso devo attraversare un corso d'acqua ci sia maniera per farlo: un ponte, un ponticello, una trave gettata tra le sponde , anche un guado, basta che lo possa attraversare con la bici.
Un tempo non avevo problemi a passare dentro le cascine ma già da un po' i sempre più pochi abitanti di queste hanno cominciato a chiudere il passo con cancelli e già una volta ho litigato con un contadino perchè ero su una strada sul suo terreno, figuriamoci se fossi passato sull'aia come era normale fare quarant'anni fa. Io odio trovarmi il passo sbarrato e dover tornare indietro.
Un altro problema che incontrerei a passare nelle cascine sono i cani. Anche questo è un problema recente. Fin da bambino, quando con mio padre andavamo per la campagna del mio paese, ho imparato a lasciarli abbaiare e saltare intorno a me senza preoccuparmene. I cani delle cascine erano l'esempio vivente del detto "can che abbaia non morde". Questo fino a una quindicina di anni fa quando, durante una pedalata in campagna, ho visto uscire da una stalla due vitelli, anche belli grossi, e correre verso me. Così ho pensato all'inizio, poi hanno cominciato ad abbaiare invece che muggire. Ho dovuto ricorrere a tutta la mia freddezza per restare calmo, guardare sempre dritto davanti a me e nello stesso tempo controllare con la visione periferica cosa stessero facendo oltre ad abbaiare , non variare la velocità di pedalata, non fare nessun movimento di scatto, respirare regolarmente e lentamente, fare un'ampia curva per invertire la rotta mentre le fauci sbavanti delle due belve urlanti erano pericolosamente vicine a quella parte del corpo maschile che a poco serve ma che ci è tanto cara. Un tempo al massimo si poteva rischiare un morso al polpaccio, ora il livello di rischio si è alzato. Anche i cani delle cascine, ai tempi bastardini al massimo di taglia media, hanno subito la stessa trasformazione delle automobili verso il gigantismo e da cani si sono mutati in SUVcani.
Dicevo del giro dell'altroieri. Un giro sulle rive non facilissimamente raggiungibili dell'Adda dove il suo corso in pianura si fa tortuoso tra campi coltivati. Andarci d'estate è più difficile per la flora che diventa rigogliosa e meno bello per gli alberi, che di certo ombreggiano, ma nascondono buona parte della vista.
Ogni tanto si trovano manufatti che stimolano la fantasia.
Questa croce si trova nel territorio di Albignano, frazione del comune di Truccazzano, sulla riva dell'Adda a circa un Km. dal centro abitato. Mi ha incuriosito perchè non è una delle solite croci che si trovano lungo le strade per ricordare che lì è morta una persona. Questa è alta tra i 3 e i 4 metri e si trova in un posto non raggiungibile in automobile. Assomiglia più a una di quelle che si trovano sulle vette. Ma qui siamo nel piattume della Valpadana, a che pro una croce così grande?
Un luogo santo?
Un'apparizione mariana forse?
Avviciniamoci, noto una lapide alla sua base.
Leggiamo la lapide:
ALBIGNANO
CON PIETA' CRISTIANA RICORDA
QUESTE VITTIME DELL'ADDA
La prima cosa che penso è un'alluvione che ha provocato la morte di 5 cittadini albignanesi., Strano, lì l'Adda scorre tranquilla e non ci sono case nella vicinanza dell'argine. Forse corpi trasportati dalla corrente e recuperati in quel luogo. Mentre sto facendo queste cosiderazioni mi accorgo che le date, di decesso o del ritrovamento, sono tutte diverse. Distanti l'una dall'altra non di giorni ma di anni. Alcune cifre sono cadute, il tempo, l'incuria e qualche vandalo ha strappato quelle che dovrebbero essere state le fotografie di questi disgraziati, ma gli anni si leggono e sono il 1959, 1960 e 1961. Probabilmente lì hanno ritrovato i corpi di questi poveretti, ma non ho nessuna certezza in merito. Ma di un alluvione che ha restituito lì i corpi di chi ha strappato dalle proprie case a monte in quegli anni non ho notizia. Che questi ritrovamenti siano durati tre anni mi fa escludere l'ipotesi alluvione. Forse incidenti, o suicidi; qualche Km a monte c'è Trezzo d'Adda e il suo ponte è famoso per quello.
Vengo attratto dalle due date alla sinistra della lapide mentre sto pensando, hanno qualcosa di strano.
Avviciniamoci ancor di più e leggiamo meglio.
Ecco la stranezza, hanno una sola data, ed è quella del ritrovamento, manca quella di nascita perchè sono due neonati sconosciuti, morti a più di un anno di distanza l'una dall'altro.
Non so nulla di quello che è accaduto ma la prima cosa che penso è che non siano vittime dell'Adda ma di quella pratica atta al controllo della popolazione, sia numerico che morale, che assieme all'aborto era praticata specialmente in campagna. L'uccisione del neonato.
O era l'impossibilità di mantenere una nuova bocca da sfamare oppure la vergogna di una gravidanza nascosta perchè conseguenza di un rapporto avvenuto al di fuori delle sacre leggi fino al frutto di una violenza ed era la madre stessa, a volte aiutata da altre donne, a sopprimere il neonato.
Pratica nemmeno tanto sconosciuta se è diventata una scena di Novecento, il film di Bertolucci.
Anche se l'infanticidio non è rarissimo neanche al giorno d'oggi trovo strano che fosse ancora praticato in quel modo pochi anni prima che nascessi. Dopotutto, non l'ho mai visto fare ma era cosa nota, ancora quando ero adolescente era quasi normale sopprimere le cucciolate di gatti indesiderati buttandoli nel naviglio, che è acqua dell'Adda. Un controllo della popolazione felina solo numerico, niente a che vedere con la morale.
Avete ascoltato suonare le campane della chiesa di Albignano?
Vi siete accorti che verso la fine si sente il suono di un allarme?
Musicalmente fastidioso, vero, ma quando ascolto le campane poste su quegli alti campanili costruiti a maggior gloria di Dio e dell'uomo credo che un allarme dovrebbe sempre mettersi a suonare.
1 commento:
Gran bello scritto.
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