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sabato, febbraio 20, 2010

Clavicembalo


Il bello di abitare in una zona della provincia di Milano in cui si vedeva la talevisione Svizzera Italiana non era solo la possibilità di vedere il loro telegiornale ma anche quella di vedere delle trasmissioni, in ore che andavano dalla prima serata fino a notte fonda, sia interessanti che stranissime.
Tra quelle stranissime ricordo una che parlava del significato dell'ombra, di come fosse bistrattata anche nei quadri di pittori famosi. Ad un certo punto mi chiesi cosa stessi ascoltando.
Un'altra trattava della moda, allora ancora nelle sue fasi iniziali, del piercing. Quando vidi un uomo, era un professore di filosofia, trapassarsi il glande con un anello di metallo ebbi un fremito di paura per lui. Non tanto perché io non ammetto piercing sulla mia pelle ma perché da lì passa l'uretra. Come avrebbe fatto a far pipì?
Principe Albert mi pare che si chiami quel tipo di piercing, proprio perché un principe Albert se l'era fatto ai suoi tempi. L'eterno ritorno delle mode. Bello, lascia la speranza, anche ad un ateo come me, che nulla muoia completamente.
Le trasmissioni interessanti erano talmente tante che sarebbe un esercizio inutile elencarne qualcuna. Documentari di ogni genere e anche programmi sui fatti d'attualità.

Trasmettevano anche molta musica.
Ho una predilezione per le tastiere perché da lì sono passato, anche se con risultati men che scarsi. Mi piace vederle le tastiere oltre che ascoltarle. Uno dei pochi musei che ho visitato da solo è quello degli strumenti musicali al castello sforzesco a Milano. Quando ci andai mi ritrovai solo, non c'erano altri visitatori né custodi, in quelle stanze e non resistetti alla tentazione di mettere le mani sulle tastiere dei clavicembali, spinette e chissà cos'altro, accessibili anche se protette da un vetro. Non per suonare, solo per vedere il meccanismo, per sentire il timbro e appezzare la durezza. Bella giornata!
Mi piace soprattutto vedere suonare. Vedere tutto il musicista, come si muove, le sue espressioni e soprattutto le mani in movimento.

Fra le cose che ricordo meglio, e con più piacere, c'è un documentario sulla vita di Wanda Landowska.
Questa signora è stata tra i primi a riportare in auge il suono del clavicembalo durante i primi anni del secolo scorso. Per poter far questo si fece costruire uno strumento, di funzionanti ce n'erano ben pochi, che viene descritto come un monumento pesantissimo. Oltre all'interesse che avevo per quello strumento mi affascinò il movimento delle sue mani su quella tastiera, sembrava che il premere ogni tasto costasse uno sforzo di decine di chilogrammi. Nonostante questo sorrideva.
Me la immagino mentre trasporta il suo clavicembalo pesantissimo, per nave, da un porto all'altro per far rivivere un suono che stava per essere dimenticato.

1 commento:

Nicole ha detto...

Ora dico forse una cosa sconclusa...ho troppo sonno, ma è la prima cosa che mi è venuta in mente...Ho studiato pianoforte per dieci anni o forse più, l'ho raccontato pure in un post,ma
ho sempre sognato di essere i tasti di un pianoforte.
Non chiedermi il perché...Ciao