"Andavo al cinema a vedere i film e studiavo i verbi".
"Perchè i verbi li studiavi"?
"Perchè i verbi reggono tutto il discorso, bisogna studiarli, impararli bene".
Così mi disse Carnizziere durante una passeggiata in un tardo pomeriggio d'agosto lungo la spiaggia di Latina quando gli chiesi come aveva fatto ad imparare il tedesco.
Carnizziere lo chiamavano così perchè, prima d'emigrare in Germania, aveva fatto il macellaio; conosceva il nome di tutti i pezzi carne e consigliava molto volentieri chiunque gli chiedesse consigli su quale taglio di carne fosse il meglio per preparare un certo piatto e come la carne dovesse essere tagliata.
Quello che mi incuriosiva di lui era il modo in cui parlava tedesco. Io tuttora non conosco il tedesco ma Carnizziere mi dava l'impressione di parlarlo, non so quanto correttamente, ma di sicuro fluentemente. Quando vedeva sulla spiaggia o nell'albergo delle famiglie tedesche trovava il modo di attaccare bottone e non l'ho mai visto ripetere frasi, o farsele ripetere, né ho visto espressioni interrogative o confuse sui volti dei suoi interlocutori.
Lavorava in trasferta alla centrale di Latina. Quell'anno le vacanze estive le passai in quel posto perchè anche mio padre lavorava lì. In poco più di un mese ebbi modo di conoscerlo un po'.
Comprava e leggeva Cronaca Vera. Una mattina mi misi a sfogliare quella rivista e rimasi quasi schifato da un giornale così di merda. Quando mi vide che stavo leggendo mi si avvicinò e mi disse:
"Leggi, leggi. Su questo giornale c'è scritta veramente la verità".
Abbozzai un sorriso.
Era un'accozzaglia di racconti di tradimenti tra moglie e marito, accoltellamenti, spari, ritrovamenti macabri. Lo lessi ancora per qualche minuto e poi me ne andai chiedendomi come si potesse buttare i propri soldi per cose così idiote.
Qualche giorno dopo seppi che il Carnizziere era stato in galera. Condannato perchè aveva sorpreso la moglie con l'amante e l'aveva accoltellata. Per essere precisi mi dissero che le aveva tagliato le orecchie. In prigione non ci stette molto perchè quando successe il fatto in Italia c'era ancora l'attenuante del delitto d'onore.
Non so quanto di vero ci sia nei particolari che mi raccontarono ma fatto sta che i figli furono affidati a lui. Non avendo nessuno che li curasse dovette portarli in un istituto, i martinitt di Milano. Proprio per permettersi di pagare la retta dell'istituto cercava sempre di andare a lavorare in trasferta e accettava qualsiasi mansione. Era molto orgoglioso dei suoi figli e quando mi diceva che suonavano nella banda di quell'istituto gli s'illuminava lo sguardo.
Una sera venne con me e la mia famiglia a mangiare in un paese all'interno, dove sgorgava dell'acqua sulfurea. Mentre stavamo mangiando si mise a raccontare un fatto che gli era capitato in Germania.
Un processo per percosse.
Non mi ricordo i fatti ma solo il finale del suo racconto perchè un po' mi scioccò:
"...a quell'ebreo gliele ho date ma mi hanno assolto. Al giudice, in aula, quando finì di leggere la sentenza gli ho detto in tedesco, c'era un traduttore ma il tedesco già lo parlavo, che se fosse stato al potere ancora qualche anno di quelli non ce ne sarebbe più neanche uno. Il giudice ha fatto finta di non capire ma mi ha sorriso".
Momenti di gelo. Mia madre o mio padre cambiarono discorso.
Una sera, mentre ero seduto da solo sulle scale che portano alla spiaggia, indeciso se andare o non andare da quella ragazza che era seduta più in là, il Carnizziere mi passò accanto e senza che dicessi nulla mi chiese:
"Perchè non vai da Nancy, è là da sola"?
Ancora prima che potessi snocciolare metà della prima giustificazione tra quelle che si usano quando non si vuole ammettere, soprattutto davanti ad altri, di aver vergogna, giustificazioni come ho sonno, ho mal di testa, ho digerito male, ho un'unghia incarnita, sono sotto tiro e se mi muovo mi sparano, mi prese di peso e mi depositò di fianco a lei. Mi depositò lì e basta, non disse nulla. Depositò il pacco e se ne andò.
Bella mossa!
Io non lo so chi sia quest'uomo, un violento, un padre affettuoso, un razzista, un gran lavoratore, uno sbruffone...Non lo so.
So solo che del fatto che parlasse tedesco non avendo finito nemmeno le elementari, mentre io addirittura arrancavo con quella forma dialettale del milanese che chiamano francese, avevo una gran invidia.
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1 giorno fa
1 commento:
sto leggendo la moto di scanderbeg. dopo un po che leggevo ho dovuto ricominciare perchè non capivo una mazza. niente punteggiatura e altra confusione nel filo del racconto mi hanno fatto tornare all'inizio.
alle volte devi rileggere le cose più belle, perchè non sono ovvie.
e ora rileggo anche il tuo post.
love, mod
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