La maestra mi ha insegnato a leggere, scrivere e far di conto, nulla da dire.
Alla maestra, nonostante io abbia iniziato la scuola il primo ottobre 1968, del metodo Montessori non fotteva una sega e picchiava. Solo con le mani però. Io in cinque anni ho preso solo uno scappellotto sulla nuca ma mi rintrona ancora la testa.
La maestra ci ha insegnato a marciare. Segnare il passo, avanti marsch, per fila sinist, sinist, alt, dietro front, attenti , riposo, non diceva rompete le righe. O forse sì. Mi manca il presentat arm, questo è sicuro.
Forse non ho fatto il militare non tanto per i piedi piatti ma perchè sapevano che ero già stato istruito.
Quando vedo i documentari sulla scuola fascista degli anni '30, quelli con i bambini che marciano, di diverso da quello che ho fatto io c'è solo il passo. Il passo dell'oca non ce l'ha mai fatto fare.
La maestra decorava i meritevoli che erano tenuti ad esibire la decorazione appuntata sul petto. Io ero decorato al valor della lettura, nastro bianco a pois rossi, un fiocco spillato sul grembiule bianco all'altezza del cuore.
La maestra ha degradato un mio compagno di classe, nel senso militaresco di strappare i gradi.
Andavano di moda nei primi anni '70 delle specie di figurine in raso con stampati gradi e decorazioni, avevano molto successo tra i fanciulli e gli adolescenti del tempo.
Un giorno, mentre stavamo indossando i cappotti prima di uscire, la maestra vide una macchia gialla su quello di un alunno. Le si avvicinò e cominciò ad urlare:
"Ma cos'è questo? Una medaglia al valore? Per di più d'oro"!
C'era scritto una cosa del tipo medaglia d'oro al valor militare, nient'altro.
"Queste decorazioni non si portano per gioco. Queste medaglie sono onorificenze che degli eroi hanno meritato perchè hanno donato sè stessi alla patria. Anche la propria vita. Cosa hai fatto tu per meritarla"?
Gli strappò la medaglietta in raso e, tanto che c'era, anche i gradi sulla manica. Le medaglie non erano tanto facili da trovare in quelle bustine. Quel bambino ci rimase proprio male.
Da quel giorno ci fu proibito indossare indumenti con attaccati quegli adesivi.
Dovevamo presentarci, puliti e in ordine, solo con la divisa. Grembiule bianco e fiocco azzurro.
E' suonata la campanella. E' ora d'uscire.
Mettetevi in fila.
Segnare il passo.
Avanti, marsch.
Uno, due, uno, due...
1 commento:
in germania non ci sono i grembiuli.
e ho sempre pensato che IO non ne avrei voluto indossare uno.
mio figlio, quando ha iniziato l'asilo, ha optato per una specie di resistenza passiva. per prima cosa la mattina quando arrivava all'asilo si sporcava/bagnava in maniera copiosa il suo grembiulino. cosi glielo facevano togliere. la maestra mi chiese di portarne uno di ricambio "suo figlio è proprio impossibile, signora!" "no, maestra, è bellissimo, ci siamo capiti?!" sguardo smarrito. "e poi non ho un altro grembiule." da quel giorno ci offrivano ogni anno l'aiuto del comune perchè pensavano che fossimo troppo poveri. :-)
love, mod
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